Trasformare i rifiuti in capolavori. Tale sembra essere l’obiettivo degli artisti dei giorni nostri, in un mondo sempre più avvezzo allo spreco ed in cui, se la produzione di beni di consumo si fermasse da un momento all’altro, ci troveremmo completamente spaesati. Se così fosse, forse finalmente potremmo comprendere come gli oggetti che sembrano aver raggiunto la fine del proprio ciclo di vita, possano in realtà continuare ad esistere in nuove forme, anche artistiche.
Trasformare i rifiuti in capolavori. Tale sembra essere l’obiettivo degli artisti dei giorni nostri, in un mondo sempre più avvezzo allo spreco ed in cui, se la produzione di beni di consumo si fermasse da un momento all’altro, ci troveremmo completamente spaesati. Se così fosse, forse finalmente potremmo comprendere come gli oggetti che sembrano aver raggiunto la fine del proprio ciclo di vita, possano in realtà continuare ad esistere in nuove forme, anche artistiche.
Da simili pensieri ha preso il via il lavoro dell’artista francese Bernard Pras, che ha così deciso di trasformare i rifiuti in vere e proprie opere d’arte, rendendoli i materiali protagonisti della realizzazione delle proprie composizioni, che spesso imitano dipinti famosi in tutto il mondo o immagini fotografiche molto note. Secondo Bernard Pras, non è necessario acquistare materiali particolari per dare vita ad un capolavoro. È sufficiente rovistare tra i rifiuti e cercare ispirazione a partire da essi.
L’artista riproduce alla perfezione, utilizzando i rifiuti per la composizione di veri e propri collage e installazioni, opere d’arte raffiguranti personaggi noti, dipinti celebri nella storia dell’arte internazionale e sequenze cinematografiche. Egli denomina la sua arte utilizzando il termine “anamorphosis”, che si riferisce al fenomeno per cui un’immagine appare in tutto il proprio senso ed in tutta la propria completezza soltanto nel momento in cui essa venga osservata da una certa distanza o angolazione, oppure attraverso strumenti speciali.
Bernard Pras ha raccolto la curiosità e l’immaginazione che lo avevano caratterizzato durante l’infanzia per riuscire a conferire al proprio lavoro una natura giocosa e divertente, che tra l’altro può essere considerata utile nell’avvicinare l’osservatore ad un tema spinoso come quello dei rifiuti prodotti quotidianamente dall’umanità, con particolare riferimento ai Paesi industrializzati. Decenni dedicati alla pittura ed alla scultura hanno permesso all’artista, ora sessantenne, di non banalizzare l’utilizzo dei rifiuti come materie prime e di creare delle opere artistiche davvero meritevoli di essere ammirate.
Micheal Jackson
Re Sole
Salvator Dalì
Venere di Milo
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