Qalhat, l’antica e affascinante città dell’Oman diventa Patrimonio Unesco

È uno scrigno archeologico con resti di fortificazioni e della necropoli che testimoniano il suo glorioso passato, per questo, l'antica città di Qalhat in Oman è stata ufficialmente inserita all’interno della lista dei siti Patrimonio mondiale dell'Unesco in occasione della 42esima edizione del World Heritage Committee.

È uno scrigno archeologico con resti di fortificazioni e della necropoli che testimoniano il suo glorioso passato, per questo, l’antica città di Qalhat in Oman è stata ufficialmente inserita all’interno della lista dei siti Patrimonio mondiale dell’Unesco in occasione della 42esima edizione del World Heritage Committee.

Tra l’XI e il XV secolo fu un porto importante, da cui passò persino Marco Polo, un crocevia di scambi tra mondo arabo, Africa occidentale, India, Cina e Sud Est asiatico. L’antica città di Qalhat a circa 20 km a Nord di Sur, nella provincia orientale di Al-Sharqiyya risale al periodo preislamico e grazie alla sua posizione strategica racchiude storia e cultura.

Nel Sultanato, Qalhat è infatti solo l’ultimo di ben 8 siti dichiarati Patrimonio mondiale dell’Unesco che comprendono: i quattro siti dell’Antica Via dell’Incenso, il sito archeologico di Bat, Al Khutm e Al Ayn, il forte di Bahla e l’antico sistema di irrigazione degli aflaj, i canali d’acqua che hanno permesso lo sviluppo delle tipiche coltivazioni a terrazza omanite.

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Qalhat, patrimonio dell’Umanità

Questa antica città, nota anche con il nome di Galhat era in passato il centro chiave per il commercio, da cavalli arabi a prodotti di porcellana cinese, e ben rappresenta il potere che all’epoca le donne detenevano nella società araba.

Nel XIII secolo infatti Baha al-Din Ayaz era impegnato a governare la città di Hormuz e in sua assenza era la moglie Bibi Maryam ad occuparsi del governatorato di Qalhat. Diverse fonti storiche narrano che la costruzione della Grande Moschea del Venerdì – di cui oggi si possono ammirare le antiche rovine – fu merito proprio della donna. Dopo la morte di Ayaz, Bibi Maryam fece inoltre costruire in suo onore un imponente mausoleo e continuò a governare la città per diversi anni.

La città di Qalhat, circondata da mura interne ed esterne e dall’area della necropoli al di là dei bastioni, oggi rappresenta una testimonianza archeologica unica per i legami commerciali tra la costa orientale di Arabia, Africa Orientale, India, Cina e sud-est asiatico.

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Nel 2016, il Sultanato aveva presentato la candidatura ufficiale del sito al Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco che lo ha inserito a pieno titolo nella lista riconoscendolo come un’eccezionale opera artistica di insediamento umano e simbolo della civiltà, della storia e della tradizione omanita dal valore universale.

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Dominella Trunfio

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