“La cicatrice di Betlemme” è l’ultima opera di Banksy non a caso apparsa in Cisgiordania a rappresentare un monito contro tutti i muri del mondo.
Maria, Giuseppe e il Bambin Gesù e, sopra di loro, invece della stella cometa un grande foro di proiettile su un’imponente parete grigia. È la “La cicatrice di Betlemme”, Scar of Bethlehem, l’ultima opera di Banksy non a caso apparsa in Cisgiordania a rappresentare un monito contro tutti i muri del mondo.
È qui, infatti, sul fronte di una guerra infinita, che compare questa nuova opera del misterioso street artist inglese. Installata al Walled-Off Hotel, l’albergo voluto dallo stesso Bansky a Betlemme, con vista sul muro fatto costruire da Israele per separare la città palestinese dai territori di Gerusalemme Est, “La cicatrice di Betlemme” è la scena sui generis di una mangiatoia che racconta tutto: un muro che delimita confini e le strade chiuse ai profughi, con sullo sfondo messaggi di pace.
La Madonna, Giuseppe e Gesù sono retroilluminati e poggiati avanti a cinque blocchi di cemento, sui quali c’è un foro. Sulla parete sono incise, in inglese e in francese, parole come “amore”, “libertà” e “pace”.
L’albergo di Banksy
Inaugurato due anni fa, l’hotel, noto come “l’albergo con la peggiore vista sul mondo” è pieno di opere d’arte originali di Banksy.
Il clou è la stanza numero tre, conosciuta come “La stanza di Banksy”, dove gli ospiti dormono in un letto king-size sotto le opere d’arte dell’artista che mostrano un palestinese e un israeliano che combattono con i cuscini.
Lo street artist è noto per aver fatto dichiarazioni politiche con i suoi graffiti e ha fatto precedenti incursioni nei territori palestinesi.
In una visita segreta, attirò una ragazza che veniva trascinata verso l’alto da palloncini sul muro divisorio, e si ritiene che si fosse intrufolato a Gaza per disegnare quattro murales, incluso uno su una porta di metallo che raffigurava la dea greca Niobe che si rannicchiava contro le macerie di una casa distrutta.
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