A Pompei gli archeologi hanno portato alla luce lo straordinario dipinto raffigurante Narciso che si specchia nell’acqua.
Il sito archeologico più visitato al mondo continua a far parlare di sé: ecco gli affreschi della Regio V che raccontano amore e sensualità
Non smettono di stupire gli scavi di Pompei: nell’atrio della stessa domus in cui è stato ritrovato l’affresco di Leda e il Cigno, gli archeologi hanno portato alla luce un altro straordinario dipinto, quello raffigurante Narciso che si specchia nell’acqua.
Composto da quasi tutta l’intera tavolozza dei vivaci colori utilizzati negli affreschi romani, con tanto di azzurro che rappresentava uno dei pigmenti più raffinati (perché costoso e proveniente dall’Egitto), l’affresco è stato rinvenuto nello scavo della Regio V, nell’area che qualche mese fa aveva restituito la Stanza di Leda con l’affresco della regina di Sparta e del cigno.
Il dipinto di Narciso è situato nell’atrio della domus, al centro di una delle pareti dai vividi colori. Il protagonista si specchia nell’acqua rapito dalla sua immagine, così come vuole l’iconografia classica. In particolare, interessante, qui, è anche la traccia ancora visibile delle scale che conducevano al piano superiore e dello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, con una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto in bronzo. Una situla bronzea (contenitore per liquidi) è stata invece rinvenuta accanto all’impluvio.
“La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante – dichiara la direttrice ad interim Alfonsina Russo -. Ciò ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte di questa domus”.
“Tutto l’ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa”, conclude dichiara Massimo Osanna direttore generale del Parco.
Questa zona degli scavi, indicata dagli archeologi come Regio V, è proprio l’area dove stanno venendo alla luce i maggiori tesori: si tratta di una superficie di ben 1400 metri quadrati che ad oggi risulta ancora parzialmente inesplorata e che comprende molte botteghe, 14 thermopolia, la Casa dell’Ara Massima e quella del Triclinio.
Qui, nell’agosto del 2018, è stata rinvenuta la bellissima Casa di Giove, un’abitazione già in parte scavata nel XIX secolo, e il secondo affresco conosciuto nell’antica città raffigurante il dio Priapo: situato in una domus sulla via del Vesuvio, il dipinto è simile a quello rinvenuto nella Casa dei Vettii.
Leggi anche