Stamattina Pompei si è svegliata con un'amara sorpresa. Si è infatti verificato un furto di un reperto molto antico custodito nei famosi scavi ma la cosa più incredibile è che, presumibilmente, è avvenuto durante l’orario di apertura.
Stamattina Pompei si è svegliata con un’amara sorpresa. Si è infatti verificato un furto di un reperto molto antico custodito nei famosi scavi ma la cosa più incredibile è che, presumibilmente, è avvenuto addirittura durante l’orario di apertura.
Si tratta di una borchia in bronzo risalente al VI secolo a. C., un ornamento per porte che era esposto all’interno di quella che è conosciuta come Palestra Grande. Il reperto, parte della mostra “Pompei e i Greci”, era avvitato su un pannello di legno che riproduceva la porta di Torre Satriano e ricoperto da un pannello trasparente di plexigrass. Nonostante questo, qualcuno è riuscito a portare via la borchia in bronzo (ne rimangono altre 3 dato che faceva parte di una serie) quando forse anche altri visitatori erano nei paraggi.
Si ipotizza che il furto sia avvenuto intorno alle 8 di sera e inevitabilmente, per staccare la lastra e sganciare la borchia, abbia richiesto anche un certo tempo.
Foto: ilmattino.it
Solo la mattina seguente però i curatori hanno realizzato quanto avvenuto.
Adesso sulle tracce del moderno Lupen sono i carabinieri di Torre Annunziata che hanno immediatamente chiuso la mostra per permettere le indagini scientifiche e stanno analizzando tutte le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza a caccia dei colpevoli.
Così ha commentato l’accaduto il direttore generale degli Scavi di Pompei, Massimo Osanna:
“Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale italiano, pur trattandosi di un pezzo di valore non inestimabile, mi colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un’area nella quale avevo condotto direttamente lo scavo”.
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Questa vicenda riaccende un po’ la polemica sulla preservazione del nostro patrimonio artistico e culturale che avrebbe forse bisogno di un po’ più di tutele, cura e ahimè anche sorveglianza!