“Tutti i bambini sono ricchi, cioè sono più armati, sono più talentanti, sono più forti, più intelligenti di quanto noi non possiamo presumere”. Come sarebbe il mondo se insegnassimo ai bambini l’arte della condivisione e della vita all’aria aperta?
Una pozzanghera non è una pozzanghera, ma un luogo di avventure da esplorare assolutamente. E quella lì è una pietra che può prendere un’altra forma, magari per costruire una casetta, nell’intento di condividere quel momento con un amico. Foglie, fiori, sassi, sentieri, acqua e terreno. In queste scuole speciali non ci sono banchi né sedie, né la lezione canonica da imparare a menadito. Qui c’è aria aperta e voglia di imparare (e di insegnare) sporcandosi le mani.
Con questo obiettivo è nato qualche anno fa l’Asilo nel Bosco (scuola materna) e poi, come sua costola, la Piccola Polis (scuola primaria e secondaria) di Ostia Antica. L’Asilo nel Bosco di Ostia è stato il primo in Italia ed è quello che ha dato vita a molte esperienze simili in tutto il Paese, mentre la Piccola Polis è la continuazione di questo percorso didattico per la scuola primaria e secondaria ed è una delle pochissime realtà di questo tipo sul territorio italiano.
E il nome, “Piccola Polis”, dice già tanto. Racconta dell’urgenza estrema di chiedere a loro, ai bimbi, i perché e i per come è possibile costruire una società migliore. Ascoltandoli e fornendo loro possibilità inimmaginabili.
Da questa immensa esperienza nasce il documentario Piccola Polis, già disponibile su OpenDDB a questo link e di cui noi di GreenMe siamo media partner. Si tratta di un interessante approfondimento sulle esperienze didattiche in natura dell’Asilo nel Bosco e della Piccola Polis. Un documentario di tipo “osservativo”, in cui la camera è quasi sempre un ospite invisibile, che partecipa ai giochi dei bambini, alle loro interazioni e alle varie attività. Unica eccezione sono due interviste a una maestra dell’Asilo e a un maestro della Piccola Polis, che raccontano il loro approccio pedagogico.
Le riprese cominciarono nel febbraio del 2020, poco prima dell’esplosione della pandemia e poco prima che anche queste scuole chiudessero i battenti. Due anni lunghi e complicati, in cui le grida dei bambini erano solo un’eco lontana. Questo modello di scuola, infatti, era particolarmente inconciliabile con le nuove norme sanitarie, tanto che poi – almeno inizialmente – ha fatto fatica anche a ripartire.
Siamo felici di pubblicare questo lavoro ora, quando un ritorno alle belle abitudini sembra essere alle porte. Questo documentario ci ricorda l’importanza, dopo anni di chiusure alternate, di una vita (e una scuola) vicina alla natura e di un rapporto umano fatto anche di contatto fisico ed esperienza tattile.
La cornice di questo racconto è la campagna di Ostia Antica, un posto meraviglioso sulla foce del Tevere, accanto allo straordinario Parco Archeologico, e a cui ci si arriva tramite una strada di campagna, il “Sentiero Pasolini”.
Questo parallelismo ci ha subito ricordato i moniti pasoliniani sul pericolo che la società stava correndo, già negli anni ‘70, trasformandosi attraverso l’urbanizzazione forzata e diventando sempre più “società dei consumi”. Questi aspetti hanno influenzato molto anche la scuola, rendendola spesso un luogo per la preparazione tecnica e funzionale dell’individuo al mondo del lavoro, invece di investire sul capitale umano complesso e inesauribile rappresentato da ogni bambino.
La bellezza bucolica di Ostia Antica e di queste scuole ci invita a una riflessione necessaria sul nostro tempo, sul nostro rapporto con la natura, l’insegnamento e l’apprendimento. Piccola Polis diventa così una speranza, una ripartenza che investe tutto sulla bellezza e sull’uomo. O, meglio, sul bambino.
E in questi pochi minuti c’è tutto: l’estrema serietà dei bimbi, il loro approccio alle cose, la concretezza che mettono nelle loro attività. La decisione, la fermezza, la condivisione, la scelta. Sicuri che siamo noi a dover insegnare?