"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà". Vico della Rosa a Genova da qualche giorno, omaggia Peppino Impastato, giornalista e attivista ucciso a Cinisi l’ 8 maggio ’78 da Cosa Nostra.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Vico della Rosa a Genova da qualche giorno, omaggia Peppino Impastato, giornalista e attivista ucciso a Cinisi il 9 maggio ’78 da Cosa Nostra.
Simbolo della lotta alla mafia, il ricordo di Peppino Impastato si trasforma in un murales realizzato da un autore di cui non si conosce il nome. Alla finestra, sorridente e tra i fiori, il disegno sembra quasi prender vita.
Sotto l’ immagine una delle sue tante frasi celebri che racchiudono il messaggio che per tutta la breve vita ha lanciato alla sua Sicilia e non solo, quello di non piegarsi alla mafia e all’omertà.
Nel 1976 Peppino Impastato fonda Radio Aut, una radio libera autofinanziata. La sua voce diventa lo strumento per denunciare i delitti mafiosi di Gaetano Badalamenti e i suoi affari da Cinisi e Terrasini legati al traffico internazionale di droga e al controllo dell’aeroporto. Con la trasmissione Onda pazza sbeffeggia politici e mafiosi, quest’ultimi decidono di tappargli per sempre la bocca.
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio viene assassinato, ma il suo delitto passa quasi inosservato perché nelle stesse ore viene ritrovato il corpo di Aldo Moro in via Caetani a Roma.
Il mondo della musica, del cinema e della televisione da sempre omaggia Peppino Impastato e da qualche giorno, anche tra i vicoli di Genova, lui vive. Perché la mafia uccide ma il silenzio pure.
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