Origami, il grande potere terapeutico dell’arte giapponese di piegare la carta

Elisabetta Brunetto, naturopata esperta del potere terapeutico degli origami, ci spiega tutti i vantaggi di dedicarci a questa antica arte giapponese

Tutti sanno cos’è un origami, ma in pochi ne conoscono il significato più profondo. In questo articolo scoprirete i vantaggi e il potere terapeutico dell’antica arte giapponese di piegare la carta e potrete mettervi subito all’opera grazie a dei semplici tutorial.

L’Origami trasforma, è un processo articolato in tempi e modi precisi che non è possibile evitare. Ogni piega ha infatti un suo ruolo preciso e indispensabile per arrivare al prodotto finito, in un continuo “divenire”.

L’arte dell’origami giapponese dimostra come dai materiali più semplici possano nascere le cose più belle e queste sculture di carta colorate incarnano uno dei concetti più amati della filosofia orientale: nulla è fisso, tutto si trasforma.

Il lungo viaggio dell’origami comincia il giorno in cui è stata inventata la carta o forse poco più tardi e la sua diffusione ha avuto inizio in tempi remoti e dura tuttora.

Origami è invece la traduzione diretta della parola tedesca Papierfalten, introdotta in Giappone solo alla fine del 1800 dal metodo educativo tedesco Kindergarten di Friedrich Fröbel.

La parola Origami deriva dal giapponese Oru (piegare) e da Kami (carta).  Significa “piegare la carta”, o “carta piegata”, ed è stata adottata a livello internazionale per indicare l’arte di piegare la carta. La parola Kami però, con un ideogramma diverso ma con la stessa pronuncia, vuol dire anche Spiriti, divinità: questa sovrapposizione di significato lega inscindibilmente l’arte degli origami con la spiritualità, con la ricerca del Divino e dona a questa tecnica una valenza sacrale.

La tecnica giapponese dell’origami è strettamente collegata alla religiosità dello Zen.  Piegando per un periodo di tempo abbastanza prolungato e senza alcuna fretta, si raggiunge uno stato di forte rilassamento con riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria.

Concentrandosi sul modello che si sta piegando, si giunge ad uno stato di sospensione del pensiero logico e razionale, diminuendo il dialogo interiore, e si porta l’attenzione sul momento che si sta vivendo, valorizzando ogni singolo movimento delle mani ed ogni piega.

L’Origami racchiude in sé concetti come l’interdipendenza (ogni forma scaturisce da una sequenza definita di pieghe, una piega è necessaria per l’esecuzione della piega successiva, questa piega è costituita da quelle) e l’impermanenza (la forma del modello cambia di continuo dall’inizio alla fine, pur non cambiando la sostanza del foglio), tipici dello Zen.

L’Origami è ricerca del bello, inteso come ricerca di forme armoniose ed equilibrate che permangono nella mente di chi piega consapevolmente, può aiutare a combattere lo stress e l’ansia, ferma il tempo e annulla lʼansia, aiuta a svuotare la mente !

Attraverso l’Origami si realizza in maniera quasi “automatica” una elevata socializzazione e non è raro osservare alcuni soggetti cosiddetti “svantaggiati” primeggiare nella tecnica con conseguente recupero ed aumento dell’autostima.

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Foto © Elisabetta Brunetto

I vantaggi dell’origami

Diversi i vantaggi di dedicarsi all’origami:

  • non richiede l’uso di attrezzi o altri materiali oltre la carta, non sporca e può essere praticato ovunque,
  • può essere facilmente e velocemente appreso da tutti, è un passatempo adatto a tutte le età,
  • risveglia e favorisce la manifestazione e lo sviluppo delle potenzialità creative e aiuta l’affinamento del senso estetico, il senso delle proporzioni e quello dell’armonia delle forme,
  • insegna a procedere con gradualità, rispettando i propri tempi, secondo un progetto e una corretta gestione dell’errore,
  • allena la memoria “a breve” e “a lungo termine”, stimola l’impegno, la concentrazione, la curiosità e la precisione,
  • attiva contemporaneamente gli emisferi destro e sinistro del cervello,
  • favorisce il rilascio di serotonina, donando una sensazione di gioia, soddisfazione e realizzazione, pace interiore e tranquillità, allontanando i pensieri negativi.

Come l’origami parte da un foglio di carta quadrato e, in base a come lo si piega, può prendere forme diverse, allo stesso modo di un evento si possono trovare diverse chiavi di lettura.

Questo è valido sia come processo di cambiamento personale, nel considerare la stessa situazione da diversi punti di vista, sia rispetto al confronto con gli altri, nel prendere in considerazione i punti di vista altrui.

L’Origami può essere vissuto come attività artistica, scienza, gioco, distrazione, passatempo ma da tempo ha dimostrato effetti molto significativi sul nostro corpo e il suo effetto terapeutico può aiutarci a rilassare e guarire la nostra mente, facendoci stare meglio.

L’Origami impegna le condotte motorie: stimola e favorisce in particolare la coordinazione oculo-manuale e quella del movimento delle mani, affinando anche la motricità fine delle dita, oggi sempre più sacrificata a causa delle nuove tecnologie. Nel caso di portatori di handicap motori, quando l’uso delle mani non sia compromesso troppo gravemente, l’origami può assumere il ruolo non trascurabile di mezzo di mantenimento e anche di rinforzo e recupero della manualità, attraverso la ripetizione ed il possibile costante perfezionamento delle piegature.

L’Origami si rivela utile per lo sviluppo del senso del tempo e risveglia, esercita e favorisce la manifestazione e lo sviluppo delle potenzialità creative, aiutando in particolare il bambino a formarsi una personalità autonoma, ricca, originale e quindi ad essere persino più felice.

L’Origami influenza positivamente il comportamento del singolo, creando una formativa competizione di ciascun individuo nei confronti di se stesso; allo stesso tempo favorisce la socializzazione come comunione di esperienze e disponibilità al lavoro di gruppo.

L’Origami stimola il linguaggio non verbale e sviluppa l’immaginazione.

L’Origami promuove l’apprendimento cooperativo: i bambini imparano a lavorare insieme e si sostengono a vicenda. Abbatte le barriere dell’età e rappresenta un ottimo modo per conoscere altre culture e comunità, perché è visuale: può essere insegnato anche senza parole. Nessun’altra pratica è così flessibile al canale comunicativo.

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Foto © Elisabetta Brunetto

L’utilizzo degli origami come terapia

L’utilizzo degli origami a fini terapeutici e come supporto / rimedio alternativo alla cura di disturbi, difficoltà motorie, deficit d’attenzione e iperattività, malesseri psichici ed emotivi (usato per combattere lo stress, lavorare con bambini iperattivi, adulti con lesioni cerebrali, anziani malati di Alzheimer e artrite) per molti studiosi, medici, educatori è da tempo una realtà.

Tra loro c’è Fabio Sbattella, psicologo delle emergenze, abituato a intervenire in situazioni estreme in ogni angolo del mondo, con il suo zaino dal quale tira fuori pupazzetti, carte da gioco, libri fotografici, palle, corde, aquiloni, giochi che si illuminano al buio. Tra i suoi strumenti non manca la carta da origami.

Abbiamo già citato Friedrich Froebel, precettore della metà del XIX secolo, che creò in Germania il primo kindergarten, riconoscendo il potenziale educativo degli origami, introdusse la piegatura (paperfalten) come strumento di lavoro all’interno dei suoi giardini d’infanzia (kindergarten). Egli sosteneva che la laboriosità si esprime, oltre che nel gioco, nelle occupazioni (costruzioni, lavori di intreccio, di taglio, di piegatura, di collage, di modellaggio, di giardinaggio), che promuovono lo sviluppo del bambino e lo aiutano a comprendere il proprio mondo e a metterlo in contatto con realtà diverse.

Tra gli studi più rilevanti ce n’è una ricerca del 2000, condotta dalla Rostov State University e dedicata allo studio del cervello nella dinamica dell’attività bimanuale nei bambini di 7-11 anni durante la formazione origami. Questo lavoro ha dimostrato come l’origami aiuta lo sviluppo dei bambini: crea condizioni di interazione intensiva degli emisferi del cervello e consente efficacemente lo sviluppo delle capacità motorie di entrambe le mani, oltre che le capacità intellettuali e creative.

Nell’ambito di un percorso terapeutico, poi, l’Origami può essere usato come mezzo per rompere il ghiaccio nella relazione tra medico/terapeuta e paziente, una tecnica di riscaldamento. È essenziale per alcune tipologie di disturbi, che la persona che cura non abbia un’immagine “minacciosa”. Tramite la pratica condivisa dell’origami per esempio sarà più facile per il paziente sentirsi a proprio agio e più incline a condividere i propri sentimenti e lavorare sui propri problemi.

Allora rallegriamo queste giornate obbligate in casa, riscoprendo il gusto “piegare la carta”, divertendoci e superando stress e paure .. let’s go and fold origami !

origami

Foto © Elisabetta Brunetto

Origami, video tutorial

Se volete mettervi subito all’opera potete seguire i seguenti video-tutorial.

Gru

Forse il modello più conosciuto al mondo, anche simbolo internazionale dell’origami: in giapponese tsuru, ha tradizionalmente un significato di speranza da quando, nel lontano Settecento, venne pubblicato Sembazuru Orikata (letteralmente “piegare mille gru”), il primo libro sull’origami.

Un’antichissima leggenda giapponese narra che se una persona riesce a confezionare mille gru di carta ottiene un senbazuru che gli consentirà di esaudire il suo più grande desiderio. In tempi più recenti, ha assunto inoltre un significato più ampio e profondo, diventando simbolo di pace. Ogni gru esprime la necessità di continuare ad avere fede e di lottare per raggiungere i propri obiettivi.

Una celebre storia del secolo scorso narra di una bambina giapponese, Sadako Sasaki, colpita dalle radiazioni della bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945 alla quale, dopo numerose domande sulla data della sua guarigione, venne risposto che quando avesse finito di piegare mille gru, sarebbe guarita. La bambina iniziò a piegare le mille gru, con la speranza che si esaudisse il suo desiderio più grande: che nessuno soffrisse più per colpa delle guerre, ma morì prima di riuscire a portare a compimento la propria opera.

La storia di Sadako ha portato la gru da simbolo di immortalità a simbolo di pace. Così scriveva Sadako in una poesia:

Scriverò pace sulle tue ali intorno al mondo volerai perché i bambini non muoiano più così.

Il suo simbolico sforzo fu raccolto da numerose persone, non solo in Giappone, ma in tutto il mondo, che si sono impegnate a piegare mille e mille gru come segno di profonda commozione e come messaggio di pace mondiale. Il Giappone ha dedicato alla piccola grande Sadako un monumento nel Parco della Pace di Hiroshima, sul quale sono deposti mazzi di mille gru provenienti da ogni parte del mondo.

Rana salterina

La rana è una tradizionale forma Origami; la parola kaeru significa sia “rana” che “ritorno a casa”, è quindi tradizione donare una rana Origami come buon augurio a chi sta per intraprendere un lungo viaggio.

Gattini

Fiore tradizionale a 6 petali

 

Drago

Scatoletta

Gallina porta uova per Pasqua

Altri spunti per realizzare origami li trovate qui.

Curiosità sugli origami

Una curiosità a proposito della data dell’11 Novembre, quando si celebra il World Origami Day. La Nippon Origami Association (NOA) ha scelto questa data per celebrare nel mondo l’arte del piegare la carta forse proprio perché l’11 novembre è la data dell’armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale. La scelta non è stata casuale ma ragionata in quanto la gru, l’origami tradizionale, è un simbolo internazionale di pace; 11/11, poi, è la misura dei lati del classico quadrato usato per fare origami.

Le applicazioni dell’origami nella vita quotidiana sono divenute sempre più frequenti: gli airbag installati sulle automobili, per esempio, derivano da un’applicazione origami (si tratta di piegare nel minimo spazio una data superficie in modo che si espanda con il minimo sforzo alla massima velocità) e persino la lente del telescopio Hubble è stata “spedita” nello spazio piegata in modo tale che, una volta a destinazione, si potesse riaprire con un semplice clic.

Anche la medicina si è ispirata a un principio dell’origami per progettare i moderni stent usati in chirurgia vascolare. Non meno importanti sono i risultati ottenuti usando l’origami per il recupero e la cura di soggetti con disturbi psicologici. E si deve incredibilmente a un ricercatore della N.A.S.A, Robert J. Lang, la completa formalizzazione teorica dell’origami; al pari di Lang, altri personaggi e scienziati famosi si sono occupati di origami e questa disciplina è oggi oggetto di studi approfonditi da parte dei matematici.

Elisabetta Brunetto

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