Non perdere la mostra di Salvador Dalì per i 100 anni della nascita del Surrealismo

Gli orologi molli di Dalì a Modena: un tributo ai 100 anni di Surrealismo. Al via la mostra "Nella mente del maestro - Salvador Dali “Arti e Psiche", dall'11 settembre 2024 al 6 gennaio 2025 presso il Palazzo dei Musei.

Tra le mura storiche di Palazzo dei Musei di Modena si celebra uno dei movimenti artistici più influenti del Novecento: il Surrealismo. Con la mostra “Nella mente del maestro – Salvador Dalí. Arti e Psiche”, la città emiliana rende omaggio all’estro intramontabile di Salvador Dalì, genio visionario che ha saputo sviscerare ed esplorare i confini dell’inconscio e del mondo onirico come pochi altri. L’esposizione si inserisce nel contesto delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del Surrealismo ed i 120 anni dalla nascita dell’artista catalano, uno dei più grandi esponenti del movimento.

Dalì, noto per la creatività visionaria e spesso provocatoria, approda per la prima volta a Modena con una raccolta di opere che spaziano dalla pittura alla scultura, passando per litografie e fotografie. Particolare attenzione viene dedicata al profondo legame tra l’arte di Dalì e le teorie psicanalitiche di Sigmund Freud, che tanto ne influenzarono la visione artistica.

Dalì e l’inconscio: una pittura che esplora l’anima

mente maestro

Salvador Dalì, più di ogni altro, riuscì a dare forma concreta all’inconscio, rendendo visibile quel mondo nascosto che Freud aveva solo teorizzato. La sua arte, come uno specchio, non rifletteva semplicemente la realtà esteriore, ma sondava le profondità dell’anima umana, dando corpo ai desideri inconfessabili, ai traumi e ai sogni. Non a caso, Dalì stesso affermava con orgoglio di aver tradotto in immagini ciò che Freud aveva descritto in parole: il mondo interiore dell’uomo, con tutte le sue sfumature e contraddizioni.

Nella pittura di Dalì, l’inconscio ed il mondo onirico diventano una realtà palpabile. Le opere sono popolate da figure deformate, paesaggi surreali e simboli enigmatici, frutto di un’immaginazione febbrile che attingeva direttamente dal profondo. Il celebre orologio molle, che appare in molte delle sue opere ed è uno degli elementi che meglio caratterizzano Dalì, è forse l’esempio più emblematico di questa fusione tra realtà e sogno: un oggetto di uso quotidiano, deformato al punto da diventare irriconoscibile, simbolo di un tempo fluido e sfuggente, che si piega alle regole del subconscio.

Le sculture di Dalì, estensione tridimensionale del suo genio

Se è vero che Dalì è conosciuto principalmente come pittore, non si può ignorare il suo talento come scultore. La tridimensionalità gli offrì infatti un nuovo mezzo per esprimere le sue visioni surrealiste, permettendogli di dare forma concreta a sogni ed ossessioni. Le sculture esposte a Modena, realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, rivelano un Dalì altrettanto abile nel modellare il bronzo quanto nel dipingere tele.

Una delle opere più significative in mostra è la scultura “Rinoceronte omaggio ad Albrecht Dürer”, che testimonia non solo l’ammirazione di Dalì per il grande maestro tedesco, ma anche la sua capacità di reinterpretare figure iconiche attraverso la lente del Surrealismo. Insieme a litografie e fotografie, queste sculture dimostrano come l’approccio surrealista non fosse limitato a un solo mezzo espressivo, ma si estendesse ad ogni forma d’arte.

I classici di Dalì: l’orologio molle e La lumaca e l’angelo

orologio lumaca

@GreenMe

Tra le opere in mostra, spiccano alcuni dei lavori più celebri dell’artista catalano, ormai icone assolute del Surrealismo. La scultura “Danza del Tempo II”, con il caratteristico orologio molle, è un perfetto esempio della poetica daliniana. Realizzata in bronzo nel 1979, questa scultura rappresenta il tempo come un’entità fluida e malleabile, che si muove al ritmo dell’universo, un tema che Dalì aveva già affrontato nella celeberrima opera pittorica “La persistenza della memoria”, dove gli orologi sembrano sciogliersi sotto il peso del tempo che scorre.

lumaca angelo

Accanto all’orologio molle, altra opera affascinante è “La lumaca e l’angelo”, scultura del 1977 che riflette l’interesse di Dalì per la lentezza e la metamorfosi: qui la lumaca, simbolo di lentezza e fragilità, viene dotata di ali, come a voler suggerire un’impossibile fusione tra la pesantezza della materia e la leggerezza dello spirito, mentre l’angelo, appollaiato sul guscio della lumaca, sembra quasi volerla sollevare, trasportandola in un mondo privo di leggi fisiche.

La donna in fiamme: un simbolo dell’inconscio

Un’altra opera chiave della mostra è “La donna in fiamme”, scultura del 1980 che rappresenta uno dei temi più ricorrenti nell’arte di Dalì: il corpo umano visto come un contenitore di segreti e misteri. La figura femminile è trafitta da cassetti, simbolo degli strati nascosti della psiche, che solo la psicoanalisi può aprire. Come spiegava lo stesso Dalì, il corpo umano, che nell’antichità era considerato una perfetta forma neoplatonica, è oggi visto come un insieme di compartimenti segreti, ciascuno dei quali nasconde desideri e pulsioni nascoste.

Il fuoco che avvolge la scultura è un chiaro richiamo all’inconscio, che spesso si manifesta attraverso simboli violenti e distruttivi, mentre la fiamma, che sale lungo il corpo della donna, rappresenta l’irrompere delle pulsioni più profonde e incontrollabili, che minacciano di consumare l’individuo dall’interno.

Informazioni utili

La mostra “Nella mente del maestro – Salvador Dali “Arti e Psiche” si svolge presso il Palazzo dei Musei di Modena, in Viale Vittorio Veneto 5, dall’11 settembre 2024 al 6 gennaio 2025.
Il biglietto intero costa 10 euro, mentre il ridotto 7 euro.

Grandi sculture monumentali saranno collocate in luoghi rilevanti della città –come in Largo San Giorgio adiacente a Piazza Roma e Porta Bologna – per creare un effetto di risonanza urbana con l’iniziativa espositiva.

Qui per maggiori informazioni.surreal

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