Effetto Mozart: la musica è una “cura” efficace per i pazienti affetti da Alzheimer, lo studio

Un nuovo studio dimostra che l'ascolto della musica può migliorare la capacità dei malati di Alzheimer di creare ricordi

Un nuovo studio condotto dai ricercatori catalani dimostra che l’ascolto della musica può migliorare la capacità dei malati di Alzheimer di creare ricordi

L’effetto della musica sulla salute mentale e sul comportamento dei pazienti affetti da Alzheimer è stato oggetto di numerosi studi nel passato, ma nessuno di questi si è interessato all’impatto della musica sulla memoria dei malati. Ora un nuovo studio condotto dalla Universitat Oberta de Catalunya ha provato a dimostrare che un miglioramento delle capacità mnemoniche delle persone malate di Alzheimer è possibile attraverso l’ascolto della musica.

Lo scopo della ricerca, durata ben tre anni, era investigare se la musica potesse essere utilizzata per facilitare o migliorare l’apprendimento nei pazienti affetti da deficit cognitivi (MCI) o da lievi forme di Alzheimer (AD), e quali fossero gli aspetti della musica alla base del miglioramento cognitivo – in altre parole, quale tipo di musica (rilassante, pop, rock…) fosse più efficace e in che fase dell’apprendimento (per esempio, nella fase di conoscenza di nuove informazioni o in quella di ripasso di informazioni già precedentemente apprese).

La maggior parte degli studi finora pubblicati sono stati condotti su persone sane, e questo non ci ha permesso di comprendere se la musica abbia effettivamente un effetto stimolante nelle persone con deficit di memoria – spiega lo psicologo Marco Calabria, che ha collaborato allo studio. – Le malattie degenerative come l’Alzheimer sono caratterizzate da difficoltà evidenti nella creazione di nuovi ricordi, e la musica può essere un valido aiuto nel fissare nuove informazioni nella memoria dei pazienti.

(Leggi anche: La musica di Mozart è un potente ‘farmaco’ contro l’epilessia, secondo questo studio)

Lo studio ha coinvolto pazienti provenienti dal Barcelona Hospital de Sant Pau e da un centro catalano specializzato nella riabilitazione e nella stimolazione cognitiva di persone affette da Alzheimer attraverso la musica. Nella prima fare, i partecipanti hanno svolto azioni che richiedevano uno sforzo mnemonico (come memorizzare volti mai visti prima) avendo in sottofondo della musica classica. La scelta della musica classica non è casuale: secondo gli autori, si tratta di un equilibrato mix di rilassamento ed energia, e ha già dimostrato efficacia nel migliorare la memoria degli ascoltatori; inoltre, il fatto che il brano non abbia parole crea meno interferenza e distrazione. Nella seconda fase dello studio, i ricercatori hanno utilizzato dei brani che i partecipanti già conoscevano (musica pop) per osservare se l’apprezzamento del brano musicale fornisse ai pazienti benefici maggiori alla loro capacità di memorizzare.

Nel trattamento di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, i farmaci tradizionali hanno un’efficacia molto limitata, lasciando ampio margine di azione a terapie non mediche – come appunto la musica. Comprendere l’effettiva efficacia dell’ascolto della musica è importante per mettere a punto specifiche linee guida che possano aiutare coloro che si occupano di malati di Alzheimer a conservare i loro ricordi e, magari, a formarne di nuovi.

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Fonte: Universitat Oberta de Catalunya

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