L'ultima opera della Street Artist Laika ritrae Giulio Regeni che abbraccia lo studente arrestato in Egitto Zaki, con indosso una divisa da carcerato.
“Stavolta andrà tutto bene”. Giulio Regeni abbraccia e rassicura Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’Alma Mater di Bologna, da tempo impegnato nel campo dei diritti umani e LGBT, arrestato venerdì scorso, mentre si trovava in Egitto.
Il murales apparso la scorsa notte in via Salaria a Roma, proprio sul muro che circonda Villa Ada a pochi passi dall’Ambasciata d’Egitto è della street artist Laika e vuole lanciare un messaggio di speranza dopo la notizia diffusa dall’avvocato di Zaki, che lo studente sarebbe sottoposto a torture da parte della polizia egiziana.Ricordiamo che Patrick George Zaki, Cairo, è stato arrestato a Il Cairo e secondo Amnesty International Italia è stato bendato, ammanettato e torturato.
È stato interrogato sul suo lavoro sui diritti umani e sullo scopo della sua permanenza in Italia e più volte minacciato, colpito allo stomaco, alla schiena e torturato con scosse elettriche.
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) February 11, 2020
“È stato interrogato sul suo lavoro sui diritti umani e sullo scopo della sua permanenza in Italia e più volte minacciato, colpito allo stomaco, alla schiena e torturato con scosse elettriche”, si legge nel tweet.
Ma è Giulio Regeni, il dottorando dell’università di Cambridge, ucciso all’inizio del 2016 che non ha ancora avuto giustizia, a rassicurare Zaki vestito da carcerato in un abbraccio. Davanti ai due c’è anche la parola “Libertà” scritta in lingua araba.
“Mi auguro che questa vicenda vada a finire bene e che Zaky venga liberato il prima possibile. Spero anche che, pur non essendo un cittadino italiano, il nostro paese possa vigilare su quanto sta accadendo”, scrive in una nota stampa la street artist Laika e continua:
“Stavolta andrà tutto bene” Questa frase ha un doppio significato, serve a rassicurare Patrick, ma soprattutto a mettere davanti alle proprie responsabilità il governo egiziano e la comunità internazionale. Non si può permettere che quanto accaduto a Giulio Regeni e a troppi altri, avvenga di nuovo. Stavolta DEVE andare tutto bene”.
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