Un ambiente lussureggiante con verdi prati, piante rigogliose, fiori profumati, edere arrampicate un po’ ovunque. Non stiamo parlando della foresta amazzonica, ma dell’insolita veste di un vagone del treno della Transit Authority di Chicago, trasformato da un artista americano in una vera e propria giungla urbana.
Un ambiente lussureggiante con verdi prati, piante rigogliose, fiori profumati, edere arrampicate un po’ ovunque. Non stiamo parlando della foresta amazzonica, ma dell’insolita veste di un vagone del treno della Transit Authority di Chicago, trasformato da un artista americano in una vera e propria giungla urbana.
L’installazione è parte integrante del più grande festival d’arte mobile del mondo, Art on Track, una mostra d’arte itinerante e interattiva ospitata a bordo delle carrozze dei treni. Per cinque ore, lo scorso 18 Settembre, i passeggeri americani hanno potuto così provare il piacere di camminare, sedersi o addirittura stdraiarsi, con un po’ di incoraggiamento, sul florido manto d’erba che ricopriva i sedili e il pavimento, ammirando fiori e piante tropicali, mentre il treno li trasportava verso il Loop, il centro di Chicago.
La “trasformazione” del freddo e sterile vagone in una ambiente accogliente e “green” è stata diretta da Joe Baldwin, dell’associazione votata alla difesa delle arti e degli artisti Noisivelvet, che dal 2008 lavora per sostenere il suo progetto Mobile garden (“giardino mobile”): Joe ha in mente di costruire un giardino sul pianale di un treno, scegliendo piante autoctone resistenti alle difficili condizioni di “viaggio”, e farlo trainare per un mese, come parte integrante del servizio di transito regolare della Chicago Transit Authority.
Questo innovativo progetto, che si propone di sensibilizzare in tema di gestione urbana, bioedilizia ed eco-sostenibilità, si inserisce nella sempre più affermata volontà di far tornare il verde nelle nostre grigie e cementificate città, affiancando concettualmente il guerrilla gardening , i green roof, gli orti urbani, le vertical farm.
Ma si tratta, al tempo stesso, di un attacco verde piuttosto originale: una innovativa idea “selvaggia” che potrebbe effettivamente funzionare sia a livello di visibilità ed estetica che di impatto emotivo sui passeggeri.
E che non ci dispiacerebbe vedere anche sui bistrattati e troppo spesso fatiscenti treni italiani.
Roberta Ragni
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