Quali sono le migliori università italiane del 2023? La classifica

Andiamo a vedere quali sono i migliori atenei secondo il Censis, con poche sorprese e note dolenti per quanto riguarda il Sud Italia

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La recente classifica del Censis sulle migliori università italiane del 2023 ha rivelato che l’Alma Mater di Bologna si posiziona al primo posto tra i mega atenei, seguita dall’Università di Padova e dalla Sapienza di Roma. Pavia si distingue come la migliore tra i grandi atenei, mentre Trento primeggia tra i medi atenei.

C’è però una pecca rivelata dal rapporto: il Sud del Paese non ha ottenuto buoni risultati in termini di posizionamento delle università nella classifica. La classifica del Censis si basa su diversi fattori, tra cui la disponibilità delle strutture, i servizi offerti, le borse di studio e il prestigio internazionale degli atenei.

Bene le immatricolazioni, male gli abbandoni

Si evidenziano un fattore positivo e uno negativo: da un lato c’è un aumento del 2,2% delle immatricolazioni universitarie nell’ultimo anno, ma si assiste anche ad un incremento del numero di studenti che abbandonano gli studi dopo il primo anno. In aumento del 3,5%, invece, immatricolazioni di studenti stranieri.

Nel dettaglio, i dati mostrano che i centri universitari del Centro Italia hanno beneficiato di un aumento significativo delle immatricolazioni (+9,3%), seguiti da quelli del Nord Ovest (+1,6%). Al contrario, il Nord Est, il Sud e le Isole hanno registrato cali percentuali che vanno dal -0,2% al -2%.

Per quanto riguarda le aree di studio che attirano di più gli studenti, sono quelle di economia, diritto e scienze sociali, che sono cresciute del 4,5% tra le matricole. Seguono i corsi nell’area sanitaria e agro-veterinaria (+2,2%) e le discipline STEM (+1,1%). Al contrario, i corsi nell’area delle discipline umanistiche, artistiche e educative hanno registrato una diminuzione delle nuove iscrizioni.

La classifica delle università suddivisa per categorie

La classifica dei mega atenei, ovvero quelli che contano più di 40.000 iscritti, vede l’Alma Mater di Bologna saldamente al primo posto da 14 anni, seguita dall’Università di Padova e dalla Sapienza di Roma. Pisa rimane stabile al quarto posto, mentre la Statale di Milano supera Firenze al quinto posto grazie all’incremento dei servizi per gli studenti. Male l’Università di Bari e quella di Napoli Federico II, in penultima e ultima posizione.

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Niente sorprese nemmeno nella categoria dei grandi atenei (dai 20.000 ai 40.000 iscritti). Pavia mantiene la leadership, seguita da Perugia e dall’Università della Calabria. L’Università di Parma avanza di due posizioni rispetto all’anno precedente, posizionandosi al sesto posto, tallonata da Salerno, che ha guadagnato diverse posizioni. L’Università di Catania chiude la classifica.

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Per quanto riguarda gli atenei medi (tra i 10.000 e i 20.000 iscritti), Trento si posiziona al primo posto, seguita da Udine, che ha guadagnato tre posizioni in dodici mesi. Siena arriva al terzo posto, superata da Udine. L’Università dell’Aquila occupa l’ultima posizione, preceduta dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e dall’Università di Napoli L’Orientale.

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Per quanto riguarda i piccoli atenei (meno di 10.000 studenti), l’Università di Camerino si conferma come leader, seguita dall’Università della Tuscia, che ha guadagnato tre posizioni, e dall’Università delle Marche.

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Tra le università private, la Bocconi, la Luiss e l’Università di Bolzano primeggiano nelle rispettive categorie. Infine, il Politecnico di Milano si posiziona al primo posto tra i politecnici.