Matteo Losa, 35 anni, combatte da 12 contro un cancro e le sue esperienze diventano un libro: Piccole Fiabe per Grandi Guerrieri.
Due chiacchiere con Matteo Losa, autore di “Piccole fiabe per Grandi Guerrieri”, il cancro raccontato attraverso le fiabe.
Ti indica la strada per la felicità, un cammino impervio ed estenuante. E, suvvia, se la raggiungi, la felicità, quanto fantastico è? Eccolo un libro che ci piace segnalarvi scritto da un autore molto speciale. Coraggioso, testardo, intenso e una malattia che diventa un libro di favole: lui è Matteo Losa e il suo libro è “Piccole fiabe per Grandi Guerrieri”(linkaffiliazione), una storia intensa da raccontare e un viaggio che vuole insegnare la vita ad adulti e bambini.
Ufficialmente fotografo e giornalista, Matteo, 35 anni, combatte da 12 contro un cancro e le sue esperienze diventano un libro, realizzando il suo sogno di scrivere e buttare giù le sue emozioni.
Colore rigorosamente giallo, tanta carica, bellissime illustrazioni (a cura di Javi
“Piccole fiabe per Grandi Guerrieri” (edito da Mondadori, 18 euro, pp. 136 – Amazon (linkaffiliazione) ha un unico scopo: aiutare a vivere e ad affrontare al meglio la malattia. Fiabe non classiche per stare vicino a tutti, a grandi e piccini, per riportarci al sapore sano delle cose, ai valori antichi, tramite una scrittura semplice e intensa allo stesso tempo.
Da dove nasce l’idea del progetto del libro e qual è il suo filo conduttore?
Io sono cresciuto con le fiabe classiche di Andersen, dei Grimm e tutti gli altri grandi autori di genere, quindi la fiaba è da sempre una parte di me, però ho scelto questo genere letterario perché è il più indicato per dare l’esempio di come affrontare una determinata avversità… E la mia, purtroppo, è il cancro.
Piccole Fiabe per Grandi Guerrieri è una raccolta di 9 fiabe studiate in base alle 7 emozioni primarie, che mettono in luce 7 vizi da evitare e altrettante virtù da perseguire se vogliamo riequilibrare al più presto la mente e gestire al meglio le avversità che ci mette davanti la vita. Sono fiabe classiche che usano la metafora fiabesca per parlare di un’avversità, quindi non leggerete mai la parola “cancro” all’interno di esse. Il mio problema, infatti, è il problema di molti, ma non di tutti e volevo che questo libro parlasse a tutti senza distinzioni. Leggendo le fiabe tutti avremo modo di riconoscerci in almeno uno dei personaggi.
Perché hai scelto le fiabe e non di raccontare in un romanzo la tua storia personale?
Con le fiabe io ci sono cresciuto, quindi è stata una scelta molto naturale per me. Poi anche perché nessuno lo aveva mai fatto ed è un modo nuovo di parlare di un tema caldo, ma che al contempo spaventa ancora molto anche solo quando si nomina la parola con la “C”.
Perché hai scelto la strada della scrittura?
Quando ti ammali così giovane hai due strade: professione malato o rincorrere la vita. Io ho scelto la seconda. Ho scelto di rincorrere i miei sogni che sono la scrittura e la fotografia e, poco alla volta li sto conquistando. Con il mio Piccole fiabe per grandi guerrieri posso finalmente dire di essere riuscito a diventare uno scrittore professionista e, dopo il successo della mia prima mostra fotografica #FiabeControilCancro dell’anno scorso, ci sono in ballo dei progetti fotografici interessanti che mi fanno ben sperare anche su quel fronte…
Dicci il tuo segreto per essere così forte…
Giusto in questi giorni, durante un incontro con dei ragazzi di quinta superiore, mi è stato chiesto di riassumere la mia vita in un motto: “Ce ne sarebbero tanti”, ho risposto, ma uno su tutti mi ripeto ogni giorno: “Resta vivo”. Questa è la mia vita, quella di un ragazzo di trentacinque anni che da 12 cerca di rimanere vivo, nonostante il cancro, nonostante i problemi, nonostante tutto…
Grazie al progetto #FiabeControilCancro Matteo ha organizzato un fundraising con Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, e racconta tutti i giorni, con il preziosissimo sostegno della sua ragazza – amore di una vita – le sue avventure sulla pagina Facebook “Fairitales”.
Da leggere e basta, anche se non si è bambini e anche se non si è malati.
“La malattia, come la guerra, non si vince con la disperazione ma con la speranza, e niente in fondo è più speranza di una fiaba”
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Germana Carillo