Un mandala di sale per dire no alla violenza contro le donne

A Milano, nell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, è nato un mandala di sale realizzato in occasione della Giornata internazionale della donna per un’iniziativa dell’associazione Città delle Donne

A Milano, nell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, è nato un mandala di sale realizzato in occasione della Giornata internazionale della donna per un’iniziativa dell’associazione Città delle Donne.

L’iniziativa fa parte della manifestazione nazionale e internazionale “Non una di meno”. La creazione del grande mandala di sale è stata guidata dal gruppo Con-Ta-Ci dell’Accademia di Brera di Milano e da Artémixx, co-atelier delle donne. Il mandala è stato scelto come simbolo che favorisce la concentrazione, la collaborazione e l’armonia.

I mandala sono arrivati fino a noi grazie alla diffusione delle tradizioni orientali che provengono dal Tibet e dall’India. Il mandala viene considerato un simbolo dell’universo in Oriente mentre soprattutto in Occidente prende il significato della rappresentazione del nostro mondo interiore attraverso l’arte.

Grandi mandala che diventano meravigliose opere d’arte spesso vengono realizzati con la sabbia o con il sale, che vengono colorati con tonalità diverse per dare vita a disegni e motivi spettacolari.

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Anita Soligo, dell’associazione Città delle Donne di Milano, ci ha spiegato il significato profondo del mandala di sale.

“Questo mandala di sale è un’opera d’arte nata come metafora della collaborazione tra le donne che lavorano insieme. Il mandala richiede collaborazione e concentrazione per essere realizzato al meglio. Le donne, con tutte le diversità che le distinguono tra loro, si sono unite per dare vita a un’opera d’arte unica e meravigliosa”.

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Come ci ha raccontato Anita Soligo, che è tra le responsabili del progetto:

“Nella creazione del mandala di sale si sono unite casualità e lavoro comune. Per realizzare il mandala le donne non sono partite da un disegno sottostante, sono semplicemente state guidate dalle artiste”.

La creazione del mandala ha avuto inizio dal centro, di colore nero, ed è proseguita verso l’esterno, proprio come di solito avviene quando si realizzano opere di questo tipo.

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Il mandala di sale è diventato un simbolo della forza delle donne che unite e collaborando possono realizzare grandi ‘progetti.

A conclusione della creazione, dopo aver scattato delle fotografie da conservare come ricordo, il mandala di sale creato dalle donne è stato distrutto.

Nelle cerimonie tibetane la distruzione del mandala insegna l’impermanenza e l’importanza di essere vigili nel momento presente. Il mandala di sale realizzato in occasione dell’8 marzo ha voluto rappresentare un’opera condivisa contro la violenza sulle donne.

Il mandala con la distruzione è stato suddiviso in numerosi sacchetti di sale colorato che sono stati distribuiti ai presenti. Secondo Anita Soligo è come se questi sacchetti di sale fossero “dei pezzetti di vite diverse che grazie al mandala da costruire insieme per qualche momento si sono uniti”.

Ora la Casa delle Donne vorrebbe portare progetti simili dal centro della città alla periferia, per donare a Milano un tocco di colore e di consapevolezza in più sui diritti da rispettare.

Marta Albè

Fonte foto: Città delle Donne di Milano

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