Levante, nel suo nuovo singolo, Tikibombom, fa un elogio alla diversità e al coraggio di essere se stessi attraverso una lettera aperta a quattro persone.
Indice
«Siamo il vento e non la bandiera»: il senso di Tikibombom, il brano che Levante ha presentato al Festival di Sanremo 2020, è tutto racchiuso in questo verso, che ne sintetizza l’intento, il messaggio e l’universalità. Sì, perché il pezzo della cantautrice siciliana, al secolo Claudia Lagona, è rivolto a chiunque, almeno una volta nella vita, si sia sentito diverso, messo all’angolo, emarginato dagli altri, dalle circostanze, dai tempi che corrono. È un manifesto, Tikibombom, un grido collettivo che denuncia il dolore di chi balla il tango, mentre tutti gli altri muovono il fianco «sopra un tempo che fa tikibombombom».
È proprio attraverso la metafora del ballo che Levante racconta la storia di chi sceglie di non omologarsi e, per tale motivo, finisce per essere additato come un diverso. Il resto del mondo si accontenta del ritmo che va per la maggiore, ma c’è chi balla il tango, infischiandosene di ciò che la moda impone, dei giudizi, delle parole di biasimo. In Tikibombom c’è il gusto riconoscibile di Levante, la sua penna che graffia, i giochi di parole che appartengono al suo stile compositivo, la sua scrittura densa e nervosa. C’è la sua voce, accogliente e travolgente. C’è lei, ancora una volta, irresponsabilmente onesta, inconfondibile, nuda.
Il significato di Tikibombom
Tikibombom è una lettera rivolta a quattro anime diverse e complementari, è il racconto della loro storia, del loro vissuto, del disagio provocato dal giudizio, dalla superficialità di chi crede di poter puntare il dito contro. Quattro sono, dunque, i protagonisti del brano: la loro diversità diventa il loro valore, l’arma con cui combattere chi non li approva. E poi, nel ritornello, le loro vite apparentemente diverse si fanno un grido collettivo, una voce che diventa tante voci, una condanna che muta in speranza: Noi siamo luci di un’altra città / Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi / Noi siamo gli ultimi della fila / Siamo terre mai viste prima, solo noi e così il peso di essere diversi diventa un punto di forza.
Quattro, dicevo, sono i protagonisti di Tikibombom: il primo è un animale stanco, che s’arrende alla propria natura e smette di seguire gli altri, il loro giudizio e il loro volere (Sei rimasto da solo non segui il branco /Balli il tango mentre tutto il mondo / Muove il fianco sopra un tempo che fa Tiki bom bom bom); poi è la volta di un’anima indifesa, che – al contrario – non riesce a lasciarsi alle spalle le opinioni degli altri e ne diventa vittima (Stesa al filo teso delle altre opinioni / Ti agiti nel vento di chi non ha emozioni); poco dopo tocca a un giovane anticonformista, libero, che è costretto a subire i soprusi di chi lo addita come “femminuccia” (“Femminuccia” vestito con quegli strass / Prova a fare il maschio, ti prego insisto / Fatti il segno della croce / E poi rinuncia a Mefisto); infine, Levante si rivolge a un’anima in rivolta, giudicata per il suo aspetto, ma decisa a rivelare tutta la propria personalità (Colta di sorpresa, troppo colta / Troppo assorta, quella gonna è corta).
Tikibombom è un viaggio che, attraverso queste storie, catapulta l’ascoltatore in quattro vite che sembrano contenerne migliaia, in un racconto che è fatto di dolore e tenacia, coraggio e resistenza. Un racconto potente, che non permette di distrarsi, fitto di parole precise e puntuali, appuntite.
Testo
Ecco il testo completo di Tikibombom:
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Hey tu, anima indifesa
Conti tutte le volte in cui ti sei arresa
Stesa al filo teso delle altre opinioni
Ti agiti nel vento
Di chi non ha emozioni
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé
Tikibombombom
Laggiù, tra cani e porci,
Figli di un Dio minore pronti a colpirci
Per portarci giù con sé, giù con sé
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi
Tikibombombom
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Tikibombombom
Ciao tu, freak della classe
“Femminuccia” vestito con quegli strass
Prova a fare il maschio ti prego insisto
Fatti il segno della croce e poi
Rinuncia a MefistoHey tu, anima in rivolta
Questa vita di te non si è mai accorta
Colta di sorpresa, troppo colta
Troppo assorta, quella gonna è corta
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Tikibombombom
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Tikibombombom
Noi siamo angeli rotti a metà
Siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Tikibombombom
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Tikibombombom
Noi siamo l’ancora e non la vela
Siamo l’amen di una preghiera, siamo noi.
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Video
Il videoclip ufficiale del brano di Levante:
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