Leonardo da Vinci aveva intuito il fenomeno della gravità, secoli prima della sua definitiva scoperta

Leonardo da Vinci aveva intuito l’esistenza della forza di gravità, dimostrata secoli dopo. Lo riporta uno studio guidato dal California Institute of Technology (Caltech, USA), che hanno analizzato più a fondo alcuni schizzi del genio fiorentino

Leonardo da Vinci era davvero “avanti”, tanto da aver intuito l’esistenza della gravità, dimostrata poi scientificamente molto dopo. Alcuni schizzi, analizzati in uno studio guidato dal California Institute of Technology (Caltech, USA), dimostrerebbero che il genio fiorentino aveva una certa comprensione, seppur approssimativa, della forza che attrae i corpi a terra.

I ricercatori hanno analizzato alcuni disegni di Leonardo da Vinci sui quali si vedono esperimenti ideati per dimostrare che la gravità è una forma di accelerazione e che dimostrerebbero come lo scienziato avesse modellato la costante gravitazionale per circa il 97% di precisione.

Leonardo visse dal 1452 al 1519, quindi il concetto di gravità era davvero avanti per il suo tempo: fu solo nel 1604, infatti, che Galileo Galilei teorizzò che la distanza percorsa da un oggetto in caduta è proporzionale al quadrato del tempo trascorso e solo alla fine del XVII secolo Isaac Newton espanse il concetto sviluppando la legge di gravitazione universale, che descrive come gli oggetti sono in generale attratti l’uno dall’altro, ma la forza di questa attrazione è largamente dipendente dalla loro massa.

L’ostacolo principale di Da Vinci era limitato dagli strumenti a sua disposizione, prima da tutti uno strumento di adeguata precisione per misurare il tempo di caduta degli oggetti.

Ciò che ha attirato la mia attenzione è stata la scritta ‘Equatione di Moti’ sull’ipotenusa di uno dei suoi triangoli abbozzati, un triangolo rettangolo isoscele – spiega Mory Gharib, primo autore della ricerca – Mi sono interessato a vedere cosa intendeva Leonardo con quella frase

Nei documenti, Leonardo descrive un esperimento in cui una brocca d’acqua viene spostata lungo un percorso rettilineo parallelo al terreno, scaricando acqua o materiale granulare (molto probabilmente sabbia) lungo il percorso stesso.

I suoi appunti dimostrano come lo scienziato fosse consapevole che l’acqua e la sabbia non sarebbero cadute a velocità costante ma in accelerazione, puntata puramente verso il basso a causa della gravità.

In altri schizzi si vede che se il punto da dove cade un oggetto si muove a velocità costante, la linea creata dalla caduta del materiale è verticale, quindi non si forma alcun triangolo, mentre se questo accelera a velocità costante, questa forma una linea retta ma obliqua, che poi genera un triangolo.

E, come da Vinci ha sottolineato in un diagramma chiave, se il movimento del lanciatore è accelerato alla stessa velocità con cui la gravità accelera il materiale in caduta, si forma un triangolo rettangolo isoscele.

leonardo da vinci intuizione forza di gravità

©California Institute of Technology

Lo scienziato ha quindi cercato di fare di più, ovvero di descrivere matematicamente quell’accelerazione, ma qui non è riuscito ad andare a segno. I ricercatori, tramite un modello al computer, hanno eseguito il suo esperimento sul vaso d’acqua, riproducendo l’errore da lui compiuto.

Abbiamo visto che Leonardo ha modellato la distanza dell’oggetto che cade come proporzionale a 2 volte t [con t che rappresenta il tempo] invece che a t elevato al quadrato – spiega dice Chris Roh – coautore della ricerca – È sbagliato, ma in seguito abbiamo scoperto che ha usato questo tipo di equazione sbagliata nel modo corretto

In effetti, nei suoi appunti, da Vinci ha illustrato un oggetto che cade per un massimo di quattro intervalli di tempo, un periodo durante il quale i grafici di entrambi i tipi di equazioni si avvicinano molto.

leonardo da vinci intuizione forza di gravità

©California Institute of Technology

Non sappiamo se da Vinci abbia fatto ulteriori esperimenti o abbia approfondito questa questione – conclude Gharib – Ma il solo fatto che stesse affrontando questo problema in questo modo, all’inizio del 1500, dimostra quanto fosse avanti il ​​suo pensiero

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Leonardo.

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Fonti: California Institute of Technology / Leonardo

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