Impossibile non restare affascinati dalle invenzioni e dalle opere di Leonardo da Vinci, figura geniale che ha anticipato il futuro. Ma siete proprio sicuri di conoscere tutto su di lui? Ecco 5 curiosità che forse ignoravate del genio morto il 2 maggio 1519
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Il 15 aprile del 1452 veniva al mondo un uomo di grande ingegno e talento, destinato a riscrivere la storia della scienza, dell’arte e della cultura. Avete capito bene: stiamo parlando del grande Leonardo da Vinci. Visionario, curioso, poliedrico ha incaranto lo spirito del Rinacimento ma per le sue idee sembrava praticamente venuto dal futuro.
Tutti lo conoscono per le sue invenzioni, fra cui il paracadute, o per i suoi capolavori come La Gioconda, eppure al geniale inventore e artista sono legati degli aneddoti e delle curiosità ancora poco note ai più. Sapevate ad esempio che praticava il sonno polifasico per essere più produttivo? Vi sveliamo 5 cose che probabilmente non conoscevate di Leonardo da Vinci.
Il sonno polifasico: il segreto per essere più produttivo
Leonardo Da Vinci era solito riposarsi per una ventina di minuti ogni 4 ore. Quindi dormiva circa 2 ore e restava sveglio per le restanti 22 per aumentare la sua produttività.
A quanto pare il genio era solito seguire la strategia del sonno polifasico, una tipologia di riposo (seguita anche da personaggi noti come Thomas Edison, Nikola Tesla e Napoleone) tipica dei neonati che con il passare degli anni viene abbandonata a favore del sonno bifasico.
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La mamma di Leonardo da Vinci era una principessa straniera in schiavitù
Di recente un documento scoperto all’Archivio di Stato di Firenze ha fatto luce sulle origini della madre di Leonardo Da Vinci, rivelando che si chiamava Caterina ed era straniera. Ciò significa dunque che l’inventore e artista non era del tutto italiano come si è sempre creduto finora.
Dalle ricostruzioni è emerso che sua mamma era la principessa dei Circassi, figlia del principe Jacob che governò uno dei regni sugli altopiani delle montagne settentrionali del Caucaso. La sua vita, perà, non fu facile perché fu rapita probabilmente dai Tartari e fatta schiava. Ed è così che arrivò in Italia, rivenduta ai veneziani per approdare a Firenze, dove fece da balia in una casa e diede poi luce al grande Leonardo Da Vinci.
Il ponte autoportante: una rivoluzione architettonica mancata
Com’è noto, Leonardo da Vinci ha anticipato i tempi in qualsiasi settore e le sue opere destano stupore ancora oggi dopo cinque secoli dalla loro pubblicazione. Una delle invenzioni più interessanti è quella del ponte autoportante: qualche anno fa i ricercatori del MIT hanno riprodotto in 3d il suo progetto, dimostrando come l’opera avrebbe potuto rappresentare una rivoluzione architettonica, se fosse mai stata costruita. Il ponte in questione era stato commissionato dal sultano dell’Impero ottomano Baiazid II e avrebbe dovuto collegare Istanbul, allora Costantinopoli, con la vicina città di Galata.
Nel caso in cui fosse stato realizzato, avrebbe rappresentato il ponte più lungo del mondo, ben 218 metri, ma la grandiosità stava nel suo design innovativo. All’epoca i ponti in muratura erano generalmente lunghi dieci volte meno ed erano composti da numerosi archi. Un ponte lungo più di 200 metri avrebbe richiesto circa dieci campate, mentre quello progettato da Leonardo sarebbe stato costruito a campata unica.
Secondo quanto scoperto dai ricercatori del MIT, il ponte avrebbe dovuto essere in pietra e si sarebbe sostenuto solo grazie alla forza di gravità, senza malta o cerniere, come i ponti romani. La struttura sarebbe risultata stabile grazie a un gioco di incastri e agli ampi appoggi a “Y” e avrebbe resistito anche ai terremoti, frequenti in quella zona.
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Il segreto nascosto dell’uomo vitruviano
Il celebre uomo Vitruviano di Leonardo, divenuto simbolo dell’arte rinascimentale, nasconde un segreto per secoli non è stato rivelato. Secondo Roberto Concas, storico dell’arte già direttore dei Musei Nazionali di Cagliari, per realizzare il capolavoro Leonardo da Vinci avrebbe fatto ricorso all’algoritmo della Divina Proporzione.
Si tratta di un’antica aritmetica e geometrica utilizzata e tramandata dalle botteghe per realizzare le opere d’arte, in osservanza dei parametri imposti dalla Chiesa.
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Leonardo maestro della prospettiva grazie al suo strabismo
E se dietro lo straordinario talento artistico di Leonardo da Vinci ci fosse anche un disturbo della vista? L’ipotesi è stata avanzata qualche anno fa da Christopher Tyler, neuroscienziato visivo alla City University of London che insieme al suo team sostiene che lo scienziato e artista Leonardo da Vinci sarebbe stato affetto da strabismo e che proprio questo disturbo lo avrebbe reso più attento e abile nel cogliere sfumature e particolari di paesaggi, volti e oggetti.
Durante lo studio sono state analizzate alcune delle opere del pittore, tra cui la Gioconda, l’Uomo Vitruviano e il Salvator Mundi. Secondo Tyler, nei capolavori non ci sarebbe un allineamento corretto degli occhi, tecnicamente ci sarebbe una exotropia che fa parte dei disturbi dello strabismo e altera la visione tridimensionale.
Ma non solo, molti dei ritratti somigliano proprio a Leonardo da Vinci e questo sarebbe la dimostrazione per il neuroscienziato, che il pittore soffrisse di questo disturbo, alterato quando era particolarmente affaticato.
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