Lego Bombing: ecco una nuova forma ibrida tra la "guerrilla" di denuncia urbana e la street art, che ricorda molto da vicino lo yarn bombing ed il guerrilla gardening. L'arte, ormai lo sappiamo bene, nel mondo contemporaneo non è quasi mai fine a se stessa. Grazie ad essa si mira all'obiettivo di attirare gli sguardi degli osservatori non soltanto verso una creazione gradevole, ma in direzione di un problema.
Lego Bombing: ecco una nuova forma ibrida tra la “guerrilla” di denuncia urbana e la street art, che ricorda molto da vicino lo yarn bombing ed il guerrilla gardening. L’arte, ormai lo sappiamo bene, nel mondo contemporaneo non è quasi mai fine a se stessa. Grazie ad essa si mira all’obiettivo di attirare gli sguardi degli osservatori non soltanto verso una creazione gradevole, ma in direzione di un problema.
Il Lego Bombing punta a porre al centro dell’attenzione la piaga degli edifici decadenti ed abbandonati presenti in numerose città. L’inserimento dei coloratissimi mattoncini da costruzione Lego tra le intercapedini delle parete esterne delle abitazioni regala l’illusione che una parte di esse sia stata realizzata proprio ricorrendo a simili variopinti strumenti di gioco.
Allo stesso tempo, i mattoncini colorati contribuiscono a rendere evidente la situazione di degrado degli edifici urbani, la quale tende ad essere notata sempre meno, per abitudine. Eppure il recupero e la ristrutturazione di simili pozioni delle città di tutto il mondo permetterebbe di avere a disposizione nuovi spazi all’interno del paesaggio urbano senza ricorrere ad un espansione verso le campagne.
Photo credit: arte365photo via Foter.com / CC BY-NC-ND.
Questa nuova forma di street art si sta già diffondendo in tutto il mondo. In diversi Paesi sono stati avvistati edifici o altre strutture in mattoni le cui zone lacunose e rovinate sono state rattoppate utilizzando i mattoncini Lego. Germania, Francia , Equador, Tunisia, Israele e Cile sono soltanto alcuni dei Paesi in cui esempi di edifici “colpiti” dal Lego Bombing sono stati avvistati e fotografati. Ne è stato documentato un esempio anche in Italia, a Bocchignano, in provincia di Rieti:
Marta Albè