Le toccanti parole di Nicolò Govoni sono un dono prezioso che conserverai gelosamente

Che possibilità abbiamo noi di salvarci la vita? Nessuna, se non diamo alla lettura il giusto spazio. È solo e soltanto un compromesso: leggendo conservo parole e l'esatta dimensione delle cose. Leggendo stimolo la mia mente e le do l'opportunità di rimanere lucida. Fino alla fine

È proprio questo che sta facendo il nonno. Si sta salvando da solo. E non tanto per il piacere di leggere, anzi – di quello la vecchiaia l’ha derubato tempo fa. Lo fa per amore”. È toccante, è struggente, è doloroso e gioioso insieme, quell’insieme di righi che si trasformano in tenerezza pura, una parola dopo l’altra a snocciolare nostalgia e consapevolezza.

Consapevolezza che, anche se distanti, l’amore verso chi ti ha cresciuto è vivo e presente. Consapevolezza che, anche se la vecchiaia incalza indisturbata e indifferente, l’attaccamento alla vita è molto, molto più potente.

Così, oggi abbiamo preso in prestito le parole di Nicolò Govoni e le abbiamo fatte nostre. Lo dovremmo fare un po’ tutti. Sempre.

Classe 1993, Nicolò è uno scrittore e attivista per i diritti umani e attualmente Presidente e Direttore Esecutivo dell’organizzazione non profit Still I Rise, oltre ad essere stato uno tra i nominati al Premio Nobel per la Pace nel 2020. E si spiega presto il perché, dai suoi libri, dai suoi scritti. E anche da quest’ultimo post dedicato all’amore grande verso il nonno. E all’amore del nonno verso la lettura.

Quella lettura che – dice – “salva la vita” e ti attacca alle parole del mondo per non scordarle, per rimanere presente, per uscire in qualche modo indenne dallo scorrere del tempo.

Non è retorica la mia. È scienza. La ricerca dimostra che attività intellettuali quali la lettura e la scrittura hanno il potere di ridurre il declino della demenza senile, dell’Alzheimer e delle patologie mnemoniche legate all’età del 32%, mentre l’inattività può accelerarle fino al 48%.

Sono certo che leggere i miei libri sia faticoso, stancante, anche frustrante per lui. Ma lo fa per sentirmi vicino. Lo fa perché in quei libri sa di trovare un pezzo di me. Lo fa per passione – forse l’ultima rimasta.

E io scrivo per lui.

Scrivo sapendo che finché lui legge, lui ricorda, e finché ricorda, il fuoco della vita continuerà ad ardere dentro di lui. Lo so, non è come essere fisicamente al suo fianco ogni giorno. So che le mie parole non potranno mai sostituire la mia presenza. So che, anziché sfogliare delle pagine, è me che lui vorrebbe abbracciare. Eppure non mi ha mai chiesto di restare, né di cambiare vita. Sa che dall’altra parte del mondo ho dei bambini che aspettano solo il mio ritorno, proprio come lui, ogni volta che mi devo assentare. E quindi si fa da parte, anche se fa male, anche se ha 92 anni, anche se non sai mai quando, sotto le spoglie di un “arrivederci”, si nasconderà un “addio”.

La lettura, quindi, a qualsiasi età, come meccanismo salvifico dal quale non si può prescindere. La lettura, quindi, come mezzo, come ponte, come strumento per mantenere legami e conoscerne di nuovi, per convicersi che tutto è possibile. Per fare in modo che lo sia.

Grazie Nicolò per questa bellissima pagina tra mille sui social.

Il libro

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