La Quinta Stagione, film premiato con il prestigioso Green Drop Award al Festival di Torino e dopo aver ricevuto importanti riconoscimenti in occasione del Festival di Venezia, giungerà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal prossimo 27 giugno. Il film è stato realizzato grazie alla regia di due documentaristi fiamminghi, Peter Brosens (di origine belga) e Jessica Woodworth (di origine americana).
La Quinta Stagione, film premiato con il prestigioso Green Drop Award al Festival di Venezia, dopo aver ricevuto importanti riconoscimenti in tutto il mondo, giungerà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal prossimo 27 giugno. Il film è stato realizzato grazie alla regia di due documentaristi fiamminghi, Peter Brosens (di origine belga) e Jessica Woodworth (di origine americana).
Che cosa accadrebbe sul nostro pianeta se la primavera non arrivasse? Da un simile punto di partenza prendono le mosse le vicende del film, le cui atmosfere appaiono ispirate alle opere del pittore fiammingo Bruegel. La Quinta Stagione è stato definito come una parabola visionaria estrema e fuori dagli schemi, il cui incipit richiama tradizioni antiche ormai dimenticate.
In un piccolo villaggio gli abitanti si trovano riuniti per celebrare il tradizionale rito per evocare la primavera. Il falò per scacciare l’inverno viene preparato, in un clima di festa, incorniciato da un ambiente rurale. Le fiamme del falò purtroppo non attecchiscono e si inizia a temere che la primavera non arriverà, come di consueto, a cancellare l’inverno.
All’interno del villaggio belga la primavere sembrerà realmente rifiutarsi di arrivare. Le conseguenze? Gli alberi iniziano a cadere, la terra diventa arida e le provviste scarseggiano. il normale ciclo delle stagioni risulta alterato e ciò non può che avere delle conseguenze sulla vita della comunità.
Il tema centrale del film è perfettamente attuale, dati gli eventi climatici estremi o insoliti che nel corso degli ultimi tempi hanno iniziato ad interessare non soltanto il resto del mondo, ma anche la nostra Penisola. Esso rappresenta dunque un nuovo punto di partenza per riflettere sulla responsabilità dell’uomo riguardo i cambiamenti climatici e sul futuro del Pianeta di fronte ad una eventuale alterazione del normale ciclo delle stagioni.
Dalle dichiarazioni dei registi comprendiamo come, all’interno del film, la natura prenda il sopravvento contro l’umanità, in segno di protesta. Si genera in questo modo una situazione allarmante che provoca l’implosione di una comunità, fino a estreme conseguenze. La Quinta Stagione è ambientato in un ipotetico futuro prossimo, che appare sempre più somigliante al nostro presente, dato che i registi hanno affermato come l’ispirazione per la realizzazione della pellicola sia giunta dall’osservazione di quanto oggi sta già avvenendo in tutto il mondo: dall’abuso di fertilizzanti tossici alla scomparsa delle api.
Marta Albè