Il pugnale di ferro del faraone egiziano Tutankhamon è stato nuovamente studiato da ricercatori giapponesi che hanno rilevato nuove informazioni
Sul pugnale di ferro del re Tutankhamon, conservato al Museo egizio de Il Cairo, aleggia un fitto velo di mistero che gli studiosi di tutto il mondo hanno cercato di diradare. Rinvenuta dagli archeologi nel sarcofago del faraone, la famosa arma ha attirato l’attenzione di tantissimi ricercatori, essendo forgiata da un meteorite, come aveva confermato uno studio condotto dal Politecnico di Milano nel 2016.
Gli esperti del Politecnico avevano rintracciato nel pugnale una percentuale di nichel e cobalto che corrispondeva alla composizione di 11 meteoriti ferrosi analizzati allo stesso modo, fornendo le prime informazioni sul meteorite che componeva la lama, ma da dove questo provenisse ancora non era chiaro. A scoprire nuovi dettagli sul pugnale è stato recentemente il team del Chiba Institute of Technology, le cui ricerche sono state riportare sul giornale scientifico Meteoritics and Planetary Science.
I ricercatori del Giappone hanno condotto, tramite raggi X, una analisi chimica non invasiva sulla lama dell’arma, dalla quale è emersa una trama nota come figure di Widmanstätten, tipica dei meteoriti ferrosi detti ottaedriti che provengono nella maggior parte dei casi dalla fascia principale degli asteroidi situata all’incirca tra le orbite di Marte e di Giove.
In the metal cores of partially molten asteroids, iron-nickel alloys crystallize in a distinctive pattern known as the Widmanstätten structure. It forms only deep inside planetary bodies that take millions of years to cool. pic.twitter.com/acuiqexnBD
— American Museum of Natural History (@AMNH) December 3, 2018
Il motivo Widmanstätten, così come l’inclusione del minerale troilite che è stata osservata in alcuni punti del pugnale, dimostra inoltre che il pugnale di ferro è stato prodotto mediante forgiatura a bassa temperatura. I dati registrati sono stati poi confrontati con le stesse analisi eseguite su delle armi imperiali giapponesi realizzate con una ottaedrite.
I ricercatori però hanno scoperto anche altro: sulle parti in oro dell’impugnatura dell’arma è stata ritrovata una percentuale di calcio privo di zolfo che suggerisce l’uso di intonaco di calce come materiale per le decorazioni del pugnale piuttosto che del gesso. Poiché l’uso dell’intonaco di calce iniziò in Egitto durante il periodo tolemaico 320 – 30 a.C. , antecedente il regno di Tutankhamon, questo pugnale non è appartenuto solamente al giovane faraone, ma sarà strato tramandato da generazione a generazione.
Come riportano le Lettere di Amarna, tavolette di argille redatte in cuneiforme del XIV secolo a.C., un simile pugnale era stato regalato al faraone Amenofi III, nonno di Tutankhamon.
Fonte: Meteoritics and Planetary Science
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