La Dama con il ventaglio, all’asta da Sotheby’s l’ultimo grande capolavoro di Gustav Klimt

Ancora in piedi su un cavalletto nello studio di Gustav Klimt al momento della morte inaspettata e prematura dell’artista nel febbraio 1918, “Dame mit Fächer” (La Dama con il ventaglio) riunisce tutta l’abilità tecnica e l’esuberanza creativa che definiscono il più grande lavoro di Klimt. Ora sarà messa all’asta a una cifra esorbitante

L’ultimo grande capolavoro di Gustav Klimt sarà il protagonista dell’asta serale alla casa d’aste inglese Sotheby’s il 27 giugno prossimo e sarà visibile al pubblico nelle gallerie londinesi dal 20 al 27 giugno.

Si tratta del dipinto La Dama con il Ventaglio (Dame mit Fächer) del celebre simbolista austriaco, la cui stima si aggira sui circa 65 milioni di sterline (80 milioni di dollari).

La bellezza e la sensualità del ritratto risiedono nei dettagli: le macchie di blu e rosa che ravvivano la pelle della modella, le linee piumate delle sue ciglia e le labbra socchiuse che danno carattere al suo viso, si legge sul sito ha detto Sotheby’s.

Iniziato nel 1917, “Dame mit Fächer” è reso nello stile tipicamente ricco ed espressivo di Klimt. Come gran parte della sua produzione, mette in mostra le influenze dell’Asia orientale che hanno plasmato il suo lavoro, non solo nel ventaglio, ma anche nell’uso di motivi di fenice e fiori di loto. La prospettiva appiattita dello sfondo evoca le stampe giapponesi su blocchi di legno che hanno avuto un posto di rilievo nella considerevole collezione d’arte asiatica del pittore.

La storia della Dama con il ventaglio

Dopo la prematura scomparsa dell’artista, all’età di 55 anni, i suo amici entrarono nel suo studio in Feldmühlgasse 11, periferia di Vienna, e fecero una scoperta sorprendente. Ancora sul suo cavalletto c’era un seducente ritratto di una donna sconosciuta: era proprio il Dame mit Fäch, risalente al 1917-18, il suo ultimo grande ritratto di una donna, un capolavoro che funge da requiem femminile.

Klimt era stato a lungo innamorato della pittura e dell’incisione giapponese, ma successivamente ha anche esplorato le ricche tradizioni visive dell’arte cinese, coreana e persiana. Inoltre, la sua compagna e musa ispiratrice, la stilista Emilie Flöge, condivideva il suo interesse per le tecniche di stencil dei tessuti orientali. Egon Schiele ha notato che la casa di Klimt era decorata con stampe giapponesi mentre un “enorme guardaroba” ospitava la sua “meravigliosa collezione di abiti cinesi e giapponesi”. L’oro aveva lasciato il posto alla flora e alla fauna decorative dell’est.

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Fonte: Sotheby’s

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