James Lackington, l’uomo che ha inventato le librerie

E se vi dicessimo che le librerie sono state inventate da un calzolaio? E tutto grazie a una visione illuminata, ad una mente inquieta, alla voglia di realizzare sogni.

E se vi dicessimo che le librerie sono state inventate da un calzolaio? E tutto grazie a una visione illuminata, ad una mente inquieta, alla voglia di realizzare sogni.

Parliamo di James Lackington morto nel lontano 1815, colui che viene definito come l’inventore delle librerie. Figlio di un calzolaio, già all’età di dieci anni aveva imparato il mestiere del padre, ma senza troppa convinzione di voler proseguire per tutta la vita. Da autodidatta aveva imparato a leggere e all’età di venticinque anni si era trasferito a Londra in cerca di fortuna.

Affascinato dal mondo dei libri, Lackington pensò a un modo per rendere la cultura più accessibile a tutti e non solo alla nobiltà ottocentesca. Non senza un pizzico di follia, nella calzoleria che nel frattempo era riuscito ad aprire, fece una sorta di biblioteca, dove chiunque poteva prendere in prestito, acquistare o consultare quelli che amava definire gli strumenti della felicità, ovvero i libri.

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Secondo la sua filosofia di vita, infatti, chiunque doveva avere la possibilità di leggere e fuggire con la fantasia. A sua insaputa, più che una biblioteca, aveva creato una libreria che in pochissimo tempo, aveva riscosso un grande successo.

Grazie alla vendita dei libri Lackington, nel giro di qualche anno, nel 1794, aprì con un socio il Tempio delle Muse, la prima e la più grande libreria moderna con oltre 500mila volumi. Le vetrine coprivano circa 40 metri e la cassa al piano terra era disposta su un grande tavolo a forma di anello, vi erano quattro piani di sale in cui i clienti potevano consultare e leggere i libri: più si saliva, più i libri erano vecchi ed economici.

La libreria vendeva 100mila libri all’anno, con un fatturato di circa 630mila euro di oggi. Il motto di Lackington era “Piccoli profitti fanno grandi cose”.

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Nella sua libreria decise che non avrebbe dato libri a credito, come si faceva all’epoca. I clienti dovevano pagare subito e in contanti. Questo gli permise di comprare subito nuovi libri e di mettere il bastone tra le ruote ai concorrenti.

La seconda innovazione fu la svendita dei libri vecchi. I librari compravano compravano grandi quantità di volumi vecchi ma poi ne distruggevano i tre quarti per far salire il prezzo delle copie rimaste.

Lackington introdusse una strategia di vendita opposta: comprava grandi quantità di libri usati e poi li rivendeva a un prezzo molto economico. Puntava quindi a vendere un maggior numero di libri, piuttosto che venderne pochi a un prezzo molto alto.

I clienti poi non potevano contrattare sui prezzi. Il cartello indicava chiaramente: “Il prezzo più basso è indicato sulla copertina e non ci saranno sconti ulteriori su nessun libro”.

Il suo Tempio delle Muse era diventato un’attrazione turistica con scaffali pieni, gallerie come se ci si trovasse all’interno di una caverna. Per molti anni, fu il rifugio di letterati conosciuti ma nel 1841, la libreria fu distrutta da un incendio e mai più ricostruita.

E Lackington? Si ritirò in una casa in campagna con la moglie Nancy continuando a vivere secondo la sua filosofia: bastano i libri a fare la felicità.

Dominella Trunfio

Foto

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