Un terribile incendio ha devastato il Museo Nazionale di Rio. Il fuoco ha divorato milioni di reperti a Quinta da Boa Vista, a São Cristóvão, nella zona nord della città
Un terribile incendio ha devastato ieri il Museo Nazionale di Rio. Il fuoco ha divorato milioni di reperti a Quinta da Boa Vista, a São Cristóvão, nella zona nord della città.
L’incendio è iniziato ieri sera alle 19.30 ora locale ma ancora oggi il museo continua a bruciare. Una perdita gravissima. Il museo proprio quest’anno aveva compiuto 200 anni.
Un tempo la residenza di un re e di due imperatori, ospitava una ricca collezione di fossili, mummie, documenti storici e opere d’arte greche e romane, oggi ridotte in cenere. Circa 20 milioni di oggetti sono stati distrutti dalle fiamme.
Non si conoscono ancora le cause dell’incendio. Per fortuna non ci sono feriti. Sul posto erano presenti solo le 4 guardie ma sono riuscite a mettersi in salvo. La polizia locale ha aperto un’inchiesta ma trasferirà il caso a quella federale, che si occupa di ambiente e patrimonio culturale. Quest’ultima avrà il compito di stabilire se si è trattato di un incendio doloso.
A poco sono serviti i tentativi dei pompieri di contenere il fuoco, temendo che raggiungesse la parte del museo contenente sostanze chimiche infiammabili e utilizzate nella conservazione di alcuni reperti rari.
Secondo il comandante Roberto Robadey Costa Junior, è stato necessario addirittura prelevare l’acqua dal lago che si trova nelle vicinanze per controllare le fiamme.
Per il direttore del National Historical Museum, Paulo Knauss, si tratta di una tragedia: “Il museo era la residenza della famiglia reale e il quartier generale della 1° Assemblea Costituente del Brasile. All’interno ci sono parti delicate e infiammabili. Una biblioteca da favola. Il museo non è importante solo per la storia di Rio de Janeiro e del Brasile ma è fondamentale per la storia del mondo. Il nostro Paese ha bisogno di una politica che difenda i nostri musei”.
Nonostante la sua importanza storica, il National Museum è stato anche colpito dalla crisi finanziaria che ha coinvolto anche l’Università e ha lavorato con un budget ridotto per tre anni.
Tra le più gravi perdite, anche quella di Luzia, il più antico fossile umano scoperto in Brasile e risalente a 12.000 anni fa. Luzia era una donna morta a 20-25 anni, i cui resti furono trovati nel 1974 a Lagoa Santa. Secondo le ricostruzioni, fu una delle prime abitanti del Brasile. I suoi resti, il cranio e una ricostituzione del suo volto, erano esposti nelle vetrine del museo ormai distrutto.
Luiz Duarte, vice-direttore del museo, ha detto: “È una catastrofe insopportabile. Sono 200 anni del patrimonio di questo paese. Sono 200 anni di memoria. Sono 200 anni di scienza. Sono 200 anni di cultura, di educazione”.
Incalculável para o Brasil a perda do acervo do Museu Nacional. Foram perdidos 200 anos de trabalho, pesquisa e conhecimento. O valor p/ nossa história não se pode mensurar, pelos danos ao prédio que abrigou a família real durante o Império. É um dia triste para todos brasileiros
— Michel Temer (@MichelTemer) 3 settembre 2018
Un immenso patrimonio culturale purtroppo andato perduto per sempre.
Francesca Mancuso