Tutta la porzione destra inferiore della facciata della chiesa è stata imbrattata nottetempo. Non si conosce ancora l’autore del gesto vandalico
Vernice rossa e scritte nere a comporre quasi una formula matematica sulla secolare Chiesa del Redentore a Venezia, progettata da Andrea Palladio, simbolo della rinascita dalla peste e da sempre al centro della più grande festa in laguna.
Così si è svegliata stamattina la città di Venezia, con una delle sue più belle basiliche presa di mira da quelli si pensa siano stati dei vandali. Quel che è certo è che in Campo del Redentore è posizionata una telecamera, che potrebbe aiutare le forze dell’ordine nella ricerca dei responsabili.
Un danno non da poco, secondo gli esperti, se si considera che c’è la facciata è molto porosa e c’è il rischio di assorbimento della vernice – chiarisce la Sovrintendente Emanuela Carpani al Corriere del Veneto.
Sembra quasi una formula matematica quella che ora svetta sulla basilica, che purtroppo non è nuova a questi atti vandalici. Già nel 2004, infatti, la chiesa del Redentore fu vandalizzata, quando vennero amputate le mani delle statue di San Francesco e di San Marco, all’esterno nella parte anteriore della chiesa. Le statue risalgono alla fine del 1600 e furono realizzate dallo scultore veronese Girolamo Campagna. In quello stesso anno fu colpito anche il Palazzo Ducale, con martellate alla struttura in marmo.
Nel frattempo sui social hanno segnalto un aggiornamento:
Ora si cercherà di capire i responsabili.
Fonti: Corriere del Veneto / TGR Veneto
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