Dopo aver vissuto sulla propria pelle l'esperienza dell'aborto spontaneo, l'illustratrice francese Mathilde Lemiesle ha deciso di infrangere il tabù parlandone attraverso la sua arte
Almeno una donna su dieci in tutto il mondo ha un aborto spontaneo nel corso della vita e nella sola Francia, ogni anno, sono circa 200.000, ovvero 1 gravidanza su 4. Eppure le emozioni che accompagnano questa dolorosa esperienza sono spesso trascurate, se non totalmente ignorate.
Così è accaduto anche all’illustratrice francese Mathilde Lemiesle, che prima di avere sua figlia ha avuto 4 aborti spontanei, sentendosi isolata e poco informata su ciò che stava accadendo al suo corpo.
Partendo dalla propria esperienza personale, Mathilde ha deciso di infrangere il tabù attraverso i suoi fumetti, pubblicati nel libro intitolato “_My Almost Nothings_”. Disegni educativi che parlano di aborto spontaneo, femminismo e diritti delle donne, traendo spunto da studi e testimonianze reali.
Mathilde contesta il fatto che questa esperienza venga spesso descritta dai medici semplicemente come un periodo pesante che tanto passerà presto, e ritiene che l’espressione francese utilizzata per indicare l’aborto spontaneo, ovvero “fausse couche” o “falsa nascita”, incolpi direttamente le donne per non essere riuscite a portare a termine la gravidanza, svalutando e banalizzando ciò che vivono. Ecco perché propone l’utilizzo del termine più neutro “grossesse arrêtée” o “gravidanza interrotta”.
Anche se in Francia è stato approvato un disegno di legge che finalmente offre più sostegno alle donne in caso di aborto spontaneo, i passi in avanti da fare sono innumerevoli e Mathilde, con le sue illustrazioni, continua a sensibilizzare l’opinione pubblica dando voce alle donne che hanno vissuto questa esperienza, incoraggiandole a parlarne senza vergogna e senza sensi di colpa, facendole sentire meno sole e incomprese.
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