I Simpson deportati: gli spiazzanti murales apparsi a Milano per non dimenticare gli orrori del nazismo 

In occasione della Giornata della memoria, a Milano sono apparsi due murales che raffigurano la famiglia Simpson prima e dopo la deportazione ad Auschwitz: così la street art ci invita a custodire la memoria dell'inferno subito dagli ebrei a causa del nazismo e a combattere la piaga dell'indifferenza

Partivano dal binario 21 della stazione centrale di Milano, caricati su vagoni per il bestiame, per essere deportati nei campi di concentramento nazisti di Mauthausen, Auschwitz–Birkenau, Bergen Belsen, Fossoli e Bolzano, dai quali la maggior parte non riuscì mai a tornare. È la terrificante sorte toccata a centinaia di ebrei e dissidenti politici provenienti dall’Italia. Proprio lì, dove adesso sorge il Memoriale della Shoah, sono comparsi due murales di grande impatto, che raffigura la celebre famiglia Simpson prima e dopo la deportazione nei lager.

Nella prima immagine sono ritratti con un’espressione angosciata e con la stella di Davide sui cappotti, mentre nella seconda appaiono completamente diversi: con il pigiama a righe, ormai ridotti pelle e ossa, privi di forze e con lo sguardo devastato, proprio come gli ebrei e gli altri prigionieri sopravvissuti all’inferno dell’Olocausto.

Queste opere – spiega lo street artist AleXsandro Palombo – sono un inciampo visivo che ci costringono a vedere quello che non vediamo più. Le cose più terribili possono diventare realtà e l’arte ha il dovere di ricordarle perché è un potente antidoto ai rischi dell’oblio. Bisogna trasmettere senza filtri l’orrore del genocidio ebreo alle nuove generazioni per proteggere l’umanità da altri orrori come la Shoah.

I due spiazzanti murales realizzati dall’artista milanese, noto per aver raffigurato Marge Simpson intenta a tagliarsi la lunga chioma blu per sostenere la proteste delle donne iraniane, sono un monito a non dimenticare la brutalità e la follia del nazismo; e non soltanto in occasione della Giornata della Memoria che si celebra oggi, ma ogni giorno per scongiurare che ciò che è avvenuto possa ripetersi di nuovo.

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Fonti: AleXsandro Palombo/Ansa 

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