Sono passati parecchi anni da quando, in quel lontano 1994, l’archeologo Jim Brady, arrampicandosi lungo un sentiero selvaggio si ritrovò nella Grotta del Rio Talgua, ma la storia della sua scoperta continua ancora ad affascinare.
Sono passati parecchi anni da quando, in quel lontano 1994, l’archeologo Jim Brady, arrampicandosi lungo un sentiero selvaggio si ritrovò nella Grotta del Rio Talgua, ma la storia della sua scoperta continua ancora ad affascinare.
Un luogo inquietante che gli esploratori avevano iniziato a chiamare la Grotta del Glowing Skulls in Honduras perché, per arrivarci era necessario attraversare un fiume e un pendio roccioso.
Durante una delle perlustrazioni al suo interno, Brady fece una scoperta archeologica: nascosta tra le pareti della grotta vi era una piccola fessura di luce che portava direttamente in una sorta di camera. Ciò che l’archeologo e gli altri collaboratori videro fu una scena sorprendente: tutte le pareti erano coperte di carbonato di calcio e brillavano come ghiaccio marmorizzato. Tutto intorno la calcite aveva creato stalattiti come canne di organo.
In ogni fessura, teschi precolombiani e ossa umane cristallizzate e vasi di ceramica. Una scoperta salutata con entusiasmo dall’archeologo della George Washington University che, da quel momento in poi, formò una vera e propria squadra di lavoro per rispondere alle tante domande sulla presenza di resti umani.
Molte indagini e test in radiocarbonio, finanziati da un uomo d’affari sono stati fatti per dare un’identità e una collocazione temporale a cenere e frammenti di ossa.
Relazione con i Maya? Brady per adesso ipotizza solo che la sepoltura possa risalire o al 500 dC o addirittura già al 300 aC.
È frustrante avere tutto questo materiale e non potergli dare una relazione con il tempo, spiega il dottor Brady.
Photo credit: Dean Love Films / YouTube
Quello che si sa è che l’area del centro e nord-est l’Honduras è stata densamente popolata dai Maya. La grotta Talgua è circa quattro miglia a nord est di Catacamas, vicino ai margini della Mosquitia Rain Forest e a 100 miglia a nord est di Tegucigalpa, la capitale.
Sui resti e la sepoltura il mistero rimane ma ciò che di base è straordinario, è il ritrovamento di un ossario in una zona che di archeologico ha veramente ben poco.
Dominella Trunfio
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