Laura De Rosa La sua arte nasce per suscitare emozioni immediate ed è per questo che si chiama "Fast Art". Coinvolge le persone con domande dirette, che scavano in profondità
@Greg Goya/Instagram
Si chiama “Fast Art” la nuova forma d’arte concepita dall’artista torinese Greg Goya, un’arte a metà tra performance e street art, che si fa e si consuma alla velocità della luce. Nulla di fast in senso dispregiativo però, qui l’obiettivo è generare reazioni emotive immediate (quindi più genuine) negli spettatori che si fermano ad ammirare le performance, anch’esse destinate a concludersi in fretta.
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Installazioni stradali e spettacoli sui social media, dove Goya è seguitissimo, sono i suoi cavalli di battaglia. La cosa bella è che una cosa completa l’altra, creando una connessione diretta con gli spettatori, spesso chiamati a partecipare attivamente, postando commenti che aiutano l’artista a completare le sue opere, o meglio ad ampliarle grazie al potere del web.
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Sono specialmente le domande aperte a creare interazione sui social dopo che la performance in strada si conclude.
«Qual è la tua più grande paura?», «Dove hai lasciato un pezzo del tuo cuore?», «Quale momento vorresti rivivere?» chiede Goya alle persone. Dal vivo le invita ad appuntare i propri pensieri su foglietti bianchi, sul web posta i video delle performance affinché chiunque si senta libero di rispondere, creando un ponte fra due dimensioni, quella reale e quella virtuale. Che poi è lo specchio della nostra società.
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Domande che nella loro estrema semplicità arrivano dritte al cuore delle persone, suscitando emozioni, risvegliando ricordi.
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Oppure romantici messaggi d’amore che spuntano negli angoli più impensabili per ricordarci quali sono le cose (davvero) importanti.
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