Sono trascorsi 225 anni dalla nascita dell'immenso Giacomo Leopardi, annoverato fra i più importanti esponenti del Romanticismo. In suo onore Google ha realizzato un suggestivo Doodle, in cui il poeta è immerso nel suo "studio matto e disperatissimo"
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Croce e delizia di intere generazioni di studenti, Giacomo Leopardi è uno dei pilastri della letteratura italiana e la sua fama ha avuto un’eco mondiale. Il poeta nacque proprio 29 giugno 1798 a Recanati, in provincia di Macerata. Come sappiamo, visse un’esistenza molto breve – la morte lo colse a Napoli a soli 38 anni durante l’epidemia di colera del 1837 – ma la sua produzione poetica fu decisamente prolifica. Scrisse, infatti, decine e decine di opere: dai componimenti poetici a quelli in prosa, passando per analisi filologiche, critiche letterarie e traduzioni in latino e greco.
Per celebrare il 225esimo anniversario dalla nascita del poeta de “Lo Zibaldone” anche Google oggi ha voluto dedicargli un suggestivo Doodle, in cui il giovane Leopardi è raffigurato così come lo immaginiamo un po’ tutti: seduto alla scrivania a scrivere mentre osserva verso una finestra, circondato da una libreria piena di volumi.
Tre curiosità che forse non conosci su Leopardi
Le sue opere come A Silvia, Il sabato del villaggio e L’Infinito le conosciamo bene. C’è chi a scuola le ha amate e chi, invece, le ha detestate. Nell’immaginario collettivo il poeta di Recanati è associato al pessimismo, al suo “studio matto e disperatissimo” e a una serie di problematiche di salute di cui soffriva, che gli hanno reso la vita non facile. Ma ci sono alcune curiosità su questo letterato che in tanti sconoscono.
La passione per i taralli dolci e i gelati
Ebbene sì, a quanto pare, Giacomo Leopardi era particolarmente goloso. Non riusciva a resistere ai taralli dolci e ai gelati di una pasticceria di Napoli che si chiamava Vino Pinto. L’amore per i gelati del letterato trova riscontro anche ne “I nuovi credenti”, capitolo satirico in terza rima composto a Napoli dopo il 1835, dove scrive “quella grand’arte onde barone è Vito”, riferendosi al suo gelatiere “di fiducia”.
A proposito di alimentazione ecco cosa scriveva nel suo Zibaldone
Il mangiar bene è occupazione interessantissima, la quale importa che sia fatta bene, perché dalla buona digestione dipende in massima parte il ben essere, il buono stato corporale, e quindi anche mentale e morale dell’uomo.
L’amore per la scienza
Giacomo Leopardi non fu soltanto un grandissimo poeta. Nel corso della sua breve esistenza coltivò anche una passione per discipline scientifiche, in particolare la matematica e l’astronomia. Quest’ultima la considerava “la più sublime, la più nobile tra le Fisiche scienze” come scrisse nel volume “Storia dell’Astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXIII”, dove fa riferimento a figure come Galilei Galileo e Newton.
No, non è nato gracile e gobbo
In tanti pensano ancora che il poeta recanatese sia nato particolarmente gracile e con la schiena deformata. In realtà non è esattamente. Il fratello Carlo lo decrive come un bambino attivo e vivace. Dalle lettere analizzate anche dal dottor Erik Sganzerla, direttore della Neurochirurgia dell’Ospedale San Gerardo-Università Bicocca emerge che la cifosi dorsale insorse soltanto dopo i 16 anni. A quanto pare Leopardi era affetto da spondilite anchilopoietica giovanile. E secondo gli esperti che hanno ripercorso la sua vita e i suoi scritti, non soffriva neanche di depressione.
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Fonte: Google
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