Il glossario con le parole più gioiose e positive del mondo (VIDEO)

A volte le parole non bastano per descrivere le emozioni, altre volte invece queste parole esistono, ma fanno parte di una lingua diversa dalla nostra. Ecco allora l’idea di creare un glossario che contiene centinaia di parole dal significato gioioso e positivo o comunque legate ad emozioni non sempre facili da definire con un solo vocabolo.

A volte le parole non bastano per descrivere le emozioni, altre volte invece queste parole esistono, ma fanno parte di una lingua diversa dalla nostra. Ecco allora l’idea di creare un glossario che contiene centinaia di parole dal significato gioioso e positivo o comunque legate a belle emozioni non sempre facili da definire con un solo vocabolo.

Vi avevamo già parlato delle parole giapponesi quasi intraducibili ma con un significato davvero affascinante e delle parole d’amore internazionali impossibili da tradurre e nello stesso tempo in grado di sciogliere il cuore.

La novità fa parte del Positive Lexicography Project, un glossario online che contiene oltre 400 parole provenienti da decine di lingue diverse e davvero molto interessanti. Nell’elenco troviamo anche alcune parole in italiano come ad esempio la parola abbiocco, un termine sì dialettale, ma che oggi è contemplato anche dalla Treccani, si dice a Roma come a Milano, ed è una parola intraducibile. D’altronde l’abbiocco non è una sonnolenza, una “botta di sonno” qualsiasi, ma quella sonnolenza che sopraggiunge infida nella mezz’ora successiva al pranzo, che ci trasforma in zombie senza alcuna energia vitale…

Presenti nel glossario anche dei termini che ormai fanno parte normalmente della nostra lingua, come ‘mantra’, che deriva dal sanscrito.

Il dizionario delle emozioni intraducibili è stato creato da Tim Lomas, ricercatore della University of East London che ha avuto questa idea dopo aver frequentato il convegno annuale dell’International Positive Psychology Association.

In questa occasione Lomas ha ascoltato Emilia Lahti, dottoranda dell’Università di Helsinki, mentre parlava della parola ‘sisu’, un termine finlandese che indica la forza psicologica che permette alle persone di superare sfide straordinarie. Questa parola è molto importante nella cultura finlandese ma può essere applicata alle popolazioni di tutto il mondo.

A partire da questo spunto Lomas ha iniziato a dare vita alla redazione del primo glossario delle parole positive. Le ha elencate con l’aiuto di amici, colleghi e studenti. La prima edizione comprendeva 216 espressioni tratte da 49 lingue diverse. Molte sono parole di cui non conosciamo davvero l’esistenza, altre invece sono già note perché sono entrate a fare parte del linguaggio comune in Italia e non solo, come aloha, karma e nirvana.

Ecco invece una parola che non conoscevamo: ‘socha’, cioè l’invulnerabilità nascosta delle altre persone.

La parola ‘opia’, una novità della lingua inglese, invece serve per definire l’intensità del contatto visivo.

Il glossario comprende parole molto antiche ma anche parole nuove, visto che il linguaggio è sempre in evoluzione. Un esempio è ‘sonder’ che in inglese indica la presa di consapevolezza che un’altra persona possa avere una vita tanto vivace e complessa da assomigliare alla nostra.

Vediamone insieme qualcun’altra:

  1. Cafuné (brasiliano): significa “far scorrere le dita tra i capelli della persona amata”. È un termine che in realtà può essere usato anche per il pelo degli animali. Questa parola racchiude in sé intimità, passione e tenerezza allo stesso tempo;
  2. Kintsugi (giapponese): significa “riparare con l’oro”. È un termine che s’ispira all’antica arte giapponese del Kintsugi in cui le fratture della ceramica vengono riparate, coperte e impreziosite con l’oro. Un oggetto si può rompere ma non per questo perde il suo valore e la sua bellezza. Nella cultura giapponese nessun oggetto deve necessariamente essere perfetto;
  3. Luftmensch (yiddish): è il sognatore, letteralmente ”l’uomo dell’aria”. Insomma, chi vive felicemente tra le nuvole, dove non ci sono orari né scartoffie;
  4. Mono no aware (giapponese): si potrebbe tradurre come “il sentimento delle cose”. Indica la sensibilità interiore verso la natura transitoria della bellezza e della vita. I sakura, i fiori di ciliegio, sono il simbolo perfetto di quest’estetica: un’esplosione di bellezza tanto intensa quanto rapida, destinata a durare solo pochi giorni di primavera;
  5. Ubuntu (bantu): letteralmente significa “umanità”, ma in realtà indica molto di più. Nell’etica dell’Africa sub-Sahariana è la credenza filosofica secondo cui tutti gli uomini sono connessi e ciascuno è ologramma della società. “io sono perché noi siamo”;
  6. Gigil (lingua tagalog, Filippine): è “L’urgenza irresistibile di pizzicare o stringere qualcuno di amato”;
  7. Tiam (farsi): letteralmente ”Lo scintillio negli occhi al primo incontro”. Il termine fa riferimento all’incontro con una qualsiasi persona: che sia un bambino, un anziano, un uomo o una donna. Sono quegli sguardi con persone sconosciute, ma che ci lasciano qualcosa dentro;
  8. Queesting (olandese): significa “Permettere a qualcuno che si ama di entrare nel proprio letto per chiacchierare”;
  9. Oodal (tamil): è “la finta rabbia che due amanti ostentano dopo un litigio”;
  10. Dadirri (lingua aborigena australiana): è “L’atto profondo e spirituale di un ascolto riflessivo e rispettoso”;
  11. Shirin-yoku (giapponese): è “lo stato di rilassamento che si raggiunge dopo un bagno nella foresta, in senso letterale o figurato”;
  12. Heimat (tedesco): è un affetto radicato per un luogo nei confronti del quale si prova un forte senso di appartenenza;
  13. Samar (arabo): significa “Sedersi insieme per raccontare storie all’ora del tramonto”;
  14. Zhi zi zhi shou Yu zi xie lao (cinese): significa “tenersi per mano e invecchiare insieme”;
  15. Utepils (norvegese): è “Una birra gustata all’aperto, soprattutto nel primo giorno caldo dell’anno”;
  16. Iktsuarpok (inuit): è “la sensazione di attesa prima di incontrare qualcuno”;
  17. Retrouvailles (francese): è “la gioia di un incontro con una persona amata che avviene dopo una lunga separazione”;
  18. Viraha (hindi): indica “la consapevolezza di amare qualcuno durante un periodo di separazione”;
  19. Mangata (svedese): è ”La scia luminosa della luna che si riflette sull’acqua”;
  20. Koi no yokan (giapponese) significa “incontrare qualcuno e sapere di essere destinati ad innamorarsi a vicenda”;
  21. Kilig (tagalog, una lingua delle Filippine): è “la vertigine che si prova quando si incontra la persona per cui si ha una cotta”;
  22. Duende (spagnolo): “la sensazione di rapimento che si prova di fronte a un’opera d’arte”;
  23. Mamihlapinatapei (Yaghann): “il gioco di sguardi tra due persone che si piacciano e vorrebbero fare il primo passo, ma hanno paura”;
  24. Tsundoku (Giapponese): “l’abitudine di comprare libri e di ammucchiarli senza mai leggerli”.

A volte le parole descrivono emozioni che abbiamo già provato, altre volte ci aprono ad esperienze che non abbiamo mai vissuto ed è questa la loro più grande e preziosa magia.

Guarda qui il glossario con tutte le parole positive e gioiose del mondo.

Marta Albè

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