Questa volta i giubbotti di salvataggio dei migranti si trasformano in fiori di loto che incorniciano lo stagno del Belvedere di Vienna.
Questa volta i giubbotti di salvataggio dei migranti si trasformano in fiori di loto che incorniciano lo stagno del Belvedere di Vienna.
Non smette di stupire l’artista dissidente Ai Weiwei che attraverso le sue installazioni lancia messaggi sempre molto chiari. Epicentro delle sue performance artistiche sono appunto i diritti umani dei migranti.
Oltre 14mila giubbotti salvagente arancioni utilizzati dai rifugiati durante le traversate in mare per raggiungere le coste europee erano già stati parte integrante, qualche mese fa alla vigilia del gala Cinema for peace, di un’altra opera nel colonnato della Konzerhaus di Berlino.
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I giubbotti raccolti nell’isola di Lesbo in Grecia sono dunque al centro del suo percorso teso a sensibilizzare le popolazioni sulla condizione umana dei migranti.
Adesso in occasione di una sua mostra personale al XXI Haus, il museo di arte contemporanea di Vienna, l’artista cinese Ai Weiwei ha creato un’opera davvero suggestiva trasformando 1005 giubbotti in 201 fiori di loto colorati e disposti a cerchio.
L’insieme compone una grande “f” in caratteri gotici che sta per l’iniziale di “flower”. Un’installazione davvero suggestiva che invita alla riflessione sul dramma vissuto da milioni di profughi che fuggono dai loro paesi.
A settembre, Ai Weiwei sarà anche in Italia, per una sua grande personale a Palazzo Strozzi a Firenze. E ovviamente anche in quell’occasione i migranti saranno al centro di un suo intervento: alle finestre del grande palazzo rinascimentale verranno ancorati 18 gommoni di salvataggio.
Dominella Trunfio