Dalla storia di Giovanni, rimproverato perché giocava con una bambola, è nato un cortometraggio che sarà presto visibile.
“I maschi non giocano con le bambole, non fanno queste cose!”. Fu così che tuonò quel signore attempato, sguardo accigliato e giudizio severo. Era rivolto a lui, al piccolo Giovanni, 6 anni, intento piuttosto a dare tutte le sue attenzioni a un bambolotto su una panchina in un parco.
“Ma io sono il papà, mica la mamma. Lui è mio figlio e si chiama Mario”, incalzò il bimbo di tutta risposta, segnando un divario netto, secco, con un concetto obsoleto: i maschietti non possono giocare con le bambole.
E chi l’ha detto? Avrà evidentemente pensato Giovannino, quando quell’uomo si è rivolto a lui parlando di soldatini e macchinine.
Questo episodio fu descritto su un post della pagina Facebook Guida senza patente ed ebbe risonanza su parecchie testate, anche noi ne parlammo qui: “Rimproverato” mentre gioca con una bambola, il piccolo Giovanni risponde: “Io sono il papà, mica la mamma”. L’occasione riaccese i riflettori su un punto sacrosanto: la scelta del gioco per i bimbi deve essere libera e non legata al sesso, può essere dettata dalla curiosità, dall’imitazione e dalla personificazione. Ma mai farne una questione di genere.
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Da questa breve storia è scaturito un simpatico cortometraggio: si tratta di Giovanni, prodotto dalla neonata società di produzione cinematografica Zuccherarte production e diretto da Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli, coordinatori anche della scuola di cinema per ragazzi ZuccherArte di Genova che è anche partner del progetto.
https://www.youtube.com/watch?v=44KydepjWE0
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