Quattromila settimane: questa è la durata media della nostra vita. Ma siamo proprio sicuri che massimizzare la nostra produttività e tentare di essere sempre efficienti, tenendo tutto sotto controllo, sia la via migliore? Per assaporare ogni momento della nostra esistenza dobbiamo cambiare approccio, come ci spiega l'illuminante libro di Oliver Burkeman
La nostra vita è troppo breve per sprecarla. Chi riesce ad arrivare agli 80 anni, avrà vissuto circa… quattromila settimane! È proprio da questa constatazione che nasce l’idea del fortunato libro “Four Thousand Weeks. Time Management for Mortals” a firma di Oliver Burkeman, scrittore britannico e giornalista del Guardian.
Dalla sua uscita, avvenuta nell’agosto del 2021, l’opera – tradotta in italiano col titolo “Come fare per avere più tempo? Time management per comuni mortali” – è rimasta nella lista dei best-seller del New York Times per tre settimane ed è stato inserito fra i 10 libri da leggere quell’anno. Ad aver conquistato i lettori il messaggio che contiene, ovvero un invito a rallentare, andando in controtendenza rispetto all’attuale società frenetica che ci spinge costantemente a correre e a produrre sempre di più.
“Ho trascorso anni ad agire come un fanatico della produttività” ha raccontato l’autore, spiegando che ha cercato in ogni modo di guadagnare tempo per essere più efficiente fino a quando non si è reso conto che il vero problema sta nell’ossessione di aver tutto sotto controllo, illudendoci di fare tantissime cose in un tempo finito, rimandando così il momento in cui potremo finalmente goderci la vita.
Da quando sono stati inventati gli orologi, l’umanità ha inizato a trattare il tempo come una risorsa da utilizzare, acquistare e vendere. “Il problema con il tentativo di padroneggiare il tuo tempo… è che il tempo finisce per dominarti” spiega Burkeman suggerisce “un atteggiamento nei confronti del tempo che abbraccia i limiti, organizzando le nostre giornate con la consapevolezza che sicuramente non avremo tempo per tutto ciò che vogliamo fare.
Four Thousand Weeks è una guida filosofica, utile e divertente, un antidoto alla pericolosa trappola dell’efficienza e alla cultura della fretta. L’opera di Bukerman affronta con grande lucidità anche la questione dell’ansia nei confronti del futuro. Secondo l’autore, pianificare la propria vita può aiutare, ma bisogna sempre ricordarsi che il futuro è imprevedibile e spesso sfugge dal nostro controllo. Non possiamo, quindi, pretendere che le cose vadano come da noi previsto; dovremmo quindi abbandonare quest’ansia che ci divora ed esercitare la virtù della pazienza, dedicando più tempo ciò che conta davvero e ci fa stare bene: ad esempio ritagliandoci più spazi con la propria famiglia e i propri amici.
10 “pillole” per vivere in modo più autentico, assaporando la vita
Nell’appendice “Dieci strumenti per abbracciare la tua finitezza”, Oliver Burkeman ci offre dieci ulteriori suggerimenti per vivere secondo “la filosofia che abbraccia i limiti”, accettando che il nostro tempo è limitato. Ecco cosa dovremmo iniziare a fare per assaporare in modo più autentico ogni momento della nostra vita:
- Adottare un approccio alla produttività “a volume fisso”, ovvero stabilendo il tempo da dedicare al lavoro quotidiano
- Serializzare: concentrati su un grande progetto alla volta
- Decidere in anticipo in cosa fallire
- Concentrarsi su ciò che hai già completato, non solo su ciò che resta da completare (fai un elenco con le cose che hai già portato a termine
- Scegliere consapevolmente quali cause sostenere
- Abbracciare la tecnologia noiosa, evitando le distrazioni digitali
- Cercare la novità nel banale, prestando più attenzione a ogni momento
- Essere curiosi nei confronti degli altri
- Coltivare la generosità istantanea (ogni volta che sorge un impulso generoso, agisci immediatamente)
- Esercitati a non fare nulla.
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Fonte: Oliver Burkeman
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