Diciannove ceppi in vetroresina verniciati di nero per rappresentare il contrasto tra la natura e l’industria. L’istallazione dell’italiana Gaia Lionello è tra quelle vincitrici esposte alla mostra SMACH.
Diciannove ceppi in vetroresina verniciati di nero per rappresentare il contrasto tra la natura e l’industria. L’istallazione dell’italiana Gaia Lionello è tra quelle vincitrici esposte alla mostra SMACH.
Si chiama Foresta nera e si trova al Plan de corones davanti all’ultimo museo di Messner progettato da Zara Hadid come parte integrante di una mostra a cielo aperto che vuole rappresentare il binomio tra arte e natura, dove quest’ultima funge da luogo per le azioni artistiche.
L’idea è di Gaia Lionello, artista veneziana, laureata all’Accademia delle Belle Arti, che descrive così la sua opera:
“Su ampie tavole in legno o su piccole tele spiccano, solitari, alberi neri dai profili indefiniti. Rievocano un ambiente alpino, senza riproporne in modo esplicito altri elementi. Sono alberi di un bosco che non c’è più. Emergono isolati dalla memoria di un paesaggio, resistono pazienti all’azione aggressiva del tempo e dell’uomo, che li strappa al loro contesto naturale. Una natura contaminata da elementi dissonanti, figure infantili, silenti, abitano questi luoghi facendosi carico ognuna di un diverso dolore”.
La mostra visitabile fino al 9 settembre è un concorso d’arte internazionale giunto alla sua terza edizione. Gli artisti selezionati e vincitori hanno realizzato le loro installazioni in 9 località d’interesse storico-culturale nei comuni di San Martino in Badia e Marebbe.
“Le opere artistiche hanno lo scopo di suscitare l’interesse per l’arte e di valorizzare il territorio dolomitico nel quale sono immerse. Attraverso il dialogo fra arte e natura si vuole sostenere una conoscenza approfondita e in fieri degli aspetti storici, culturali e tradizionali del territorio”, si legge sul sito.
La tematica di quest’anno è ‘contrast’, ovvero il contrasto tra l’intervento umano e l’evoluzione naturale insita nell’ambiente. Cosa che emerge chiaramente nell’istallazione di Lionello, dove diciannove ceppi in vetroresina, verniciati di nero sono disposti a formare un triangolo.
“I tronchi sono tagliati in maniera molto netta e alludono all’indiscriminato sfruttamento dei suoli, mentre il titolo richiama alla memoria la ingente foresta germanica colpita in passato da una pesante moria”, spiega Lionello.
Altre suggestive istallazioni:
E ancora:
“Anche la forma triangolare è in netto contrasto con le forme della natura. In questo caso, dunque, ci troviamo di fronte ad un’opera che ci fa riflettere su un tema attuale, responsabilizzandoci nei confronti dei cambiamenti climatici in atto”.
Dominella Trunfio