Una sequenza di numeri dove ognuno è uguale alla somma dei due precedenti: con questa “semplice” serie numerica il matematico pisano Leonardo Fibonacci ha rivoluzionato il mondo dell'hi-tech e del digitale dal lontano XIII secolo. Oggi, 23 novembre, si celebra tutto questo
11-23, 23 novembre scritto all’anglosassone, ricorda i primi 4 termini della serie di Fibonacci, dove ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti (1,1,2,3,5,8…). E oggi l’Italia, “baricentrata” in Toscana e in particolare nell’Università di Pisa che gli ha dato i natali scientifici, vuole ricordarlo organizzando eventi, seminari e mostre di opere ispirate ai suoi numeri.
Ma come mai questa sequenza è così unica? Per comprenderlo dobbiamo fare un grande passo indietro nel tempo, tornando nel 1202. All’epoca il giovane Leonardo Fibonacci descriveva la crescita di una popolazione di conigli, che diventano fertili dopo un mese di vita. Il matematico osservò che una coppia di conigli genera una sola coppia di conigli e che lo fa una volta al mese.
All’inizio abbiamo quindi una coppia di conigli che diventa fertile dopo un mese, e a quel punto genera un’altra coppia, che potrà generarne un’altra solo dopo un altro mese. Pertanto dopo un mese da 1 coppia c’è ancora solo 1 coppia che però è diventata fertile, dopo due mesi ci sono 2 coppie, una fertile e una no, dopo tre mesi 3 coppie, due fertili e una no, ma dopo quattro mesi le coppie diventano 5, tre di loro sono fertili, dopo cinque 8 coppie, di cui cinque fertili e così via.
Ecco la serie: 1,1,2,3,5,8,…
Ed è talmente perfetta (come la natura da cui nasce) da essere “ovunque”: descrive il modo con cui le piante crescono organizzandosi nella maniera più efficiente, ottimizzando risorse e spazi, ma anche la moltiplicazione cellulare.
Inoltre il rapporto tra un numero di Fibonacci e quello immediatamente precedente si avvicina sempre di più a 1.6180339887498…, ovvero la famosa Sezione Aurea (o Numero Aureo), un numero irrazionale (non rappresentabile quindi mediante rapporto di numeri interi) che si ritrova in molteplici realtà naturali.
Il numero è infatti il risultato del rapporto tra la misura del braccio e quella della distanza tra gomito e mano di ogni essere umano, ma anche il rapporto tra la misura delle falangi del dito medio della mano, nonché il rapporto tra il numero di spirali in senso orario e antiorario di una pigna.
Queste “coincidenze” hanno portato nei secoli ad una sorta di “venerazione del numero”, da cui il nome aureo (d’oro), costruendo miti e leggende che lo vedevano in qualche modo legato al bello e quindi vicino a Dio. E la serie di Fibonacci, che lo approssima sempre di più, ha brillato per secoli di luce riflessa, a prescindere dal fatto che il suo autore ha svolto molte altre rivoluzioni, prima tra tutte il passaggio dalla numerazione romana a quella araba.
Ma dalla natura siamo passati in epoche molto più recenti all’informatica, dove la celebre sequenza numerica ha iniziato a brillare invece di luce propria, perché è stata applicata allo sviluppo dei codici a barre ma anche delle credenziali di accesso ai conti correnti online, oltre ad aver dato il via allo studio di tutte le successioni usate oggigiorno nella finanza e negli studi di popolazione (da cui quella di Fibonacci nasce), e dal 1202 continua ad influenzare la nostra vita.
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