Ancora una volta il Salone del Libro di Torino deve vedersela con gli attivisti di Greenpeace. Quest'anno, però, sotto le mire dei guerriglieri dell'arcobaleno finiscono le favole e, in particolare, quelle edite da Giunti e Rizzoli.
Ancora una volta il Salone del Libro di Torino deve vedersela con gli attivisti di Greenpeace. Quest’anno, però, sotto le mire dei guerriglieri dell’arcobaleno finiscono le favole e, in particolare, quelle edite da Giunti e Rizzoli.
Gli stand dei due giganti dell’editoria sono stati occupati non dai “soliti oranghi” a cui eravamo abituati, ma dai personaggi delle fiabe. E così, se Alice (l’attrice Barbara Tabita) e il Cappellaio matto della favola “Alice nel Paese delle meraviglie” hanno fatto visita allo stand Rizzoli con il messaggio “Vietato distruggere le foreste nella mia favola“, a consegnare lo stesso a Giunti ci hanno pensato “I tre porcellini“. Tutti i protagonisti delle favole erano scortate dalle tigri di Greenpeace che sostenevano rispettivamente i seguenti messaggi: Rizzoli distrugge la mia casa” e “Giunti distrugge la mia casa“.
«È dal 2010 che chiediamo a Rizzoli e Giunti di adottare delle politiche della carta a Deforestazione Zero senza avere risposte – afferma Chiara Campione, responsabile campagna Foreste di Greenpeace Italia nella nota stampa. – Se siamo qui oggi è perché i lettori devono sapere che i libri di questi editori sono contaminati dalla deforestazione e dall’estinzione di specie protette»
Giunti e Rizzoli sono stati inchiodati dal rapporto “Favole ammazza foreste!” realizzato da Greenpeace che ha fatto analizzare presso l”Istituto Tedesco della Scienza e Tecnologia della Carta undici libri per bambini, stampati in Cina nel 2011, di Giunti Editore (Giunti Kids e Dami) e del Gruppo RCS (Rizzoli e Fabbri). Di questi undici, quattro libri analizzati contenevano fibre di legno duro tropicale provenienti dalle ultime foreste indonesiane. Quali? Oltre ad “Alice nel Paese delle meraviglie, del gruppo Rizzoli è stato incriminato anche “Le mamme”, mentre editi da Dami “I tre porcellini” e “Le macchine”.
Greenpeace ha, infatti, constatato come stiano aumentando i libri, soprattutto quelli per bambini, di editori italiani stampati in Cina, il primo mercato per la vendita della carta delle multinazionali indonesiane APP ed April, complici nella distruzione delle foreste indonesiane e dell’estinzione della tigre di Sumatra o di specie arboree in via di estinzione come il ramino.
Non solo tendenze negative, però, perché il salone del libro di Torino, come gli altri anni, è stata anche l’occasione per Greenpeace di lanciare la classifica aggiornata di “SalvaForeste” in cui si può vedere come sia in veloce crescita il numero delle case editrici che raggiungono la fascia “verde”. In soli due anni, infatti, le case editrici “sulla buona strada” sono passate da 15 a 76 adottando politiche di acquisto della carta a Deforestazione Zero. In particolare spiccano i nomi di Feltrinelli, De Agostini, Mondadori e il Gruppo GEMS
«Cosa aspettano Rizzoli e Giunti a fare lo stesso?» – conclude Campione.