Coerenza ed etica non camminano spesso di pari passo. Spostiamoci a Parigi, dove in questi giorni si sta svolgendo la COP21. I grandi del pianeta si sono riuniti nella capitale francese per trovare un accordo volto a contenere l'aumento globale delle temperature entro i 2°C. Ma non è tutto oro quello luccica
Coerenza ed etica non camminano spesso di pari passo. Spostiamoci a Parigi, dove in questi giorni si sta svolgendo la COP21. I grandi del pianeta si sono riuniti nella capitale francese per trovare un accordo volto a contenere l’aumento globale delle temperature entro i 2°C. Ma non è tutto oro quello luccica.
Nonostante i proclami, le intenzioni manifestate e le promesse, la conferenza Onu sul clima ha un lato che poco si addice al suo spirito.
Aspetto che non è sfuggito al team di artisti di Brandalism, che ha posto l’accento sulle pubblicità che sponsorizzano la Cop21. A Parigi in questi giorni sono apparsi dei manifesti sui negoziati sul clima, firmati da grandi inquinatori come Air France, Dow Chemicals e GDF-Suez-Energie. Secondo Brandalism essi si promuovono come parte della soluzione quando in realtà sono parte del problema.
“Brandalism parte dalla convinzione democratica che la strada sia un luogo di comunicazione, che appartiene ai cittadini e alle comunità che vi abitano. Si tratta di una ribellione contro l’assalto visivo dei giganti dei media e dei magnati della pubblicità che hanno un controllo totale sui messaggi e sul significato nei nostri spazi pubblici, attraverso il quale ci costringono-alimentano con immagini e messaggi per renderci insicuro, infelice, e per favorire lo shopping” denuncia il team.
Così, gli artisit hanno realizzato oltre 600 opere d’arte che denunciavano il controllo delle multinazionali durante i negoziati sul clima, opere installate nei giorni scorsi a Parigi negli appositi spazi pubblicitari.
Secondo Bill Posters di Brandalism, dopo i tragici eventi di Parigi del 13 novembre, il governo ha deciso di vietare la mobilitazione della società civile, ma gli eventi principali delle aziende sono stati mantenuti.
Inoltre, alle multinazionali responsabili dei cambiamenti climatici, secondo Posters, è stata data la possibilità di continuare a fare “greenwashing” intorno al loro modello economico distruttivo.
“Non possiamo lasciare i negoziati sul clima unicamente nelle mani di politici e lobbisti che sono i primi responsabili l’attuale caos”.
Come dar loro torto?
Francesca Mancuso
Foto: Brandalism
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