Ecco le frasi più belle di "Strappare lungo i bordi", la serie Netflix di Zerocalcare.
“Strappare lungo i bordi”, la nuova serie Netflix tutta italiana, è molto più delle rocambolesche e quotidiane avventure di Zerocalcare, alter-ego fumettistico del suo creatore, Michele Rech: è un vero e proprio trattato di nichilismo punk per immagini animate.
Attraverso un linguaggio scanzonato e ironico, Calcare ci parla della fragilità dell’essere umano gettato nel mondo e nella frenesia del quotidiano, della morsa del capitalismo sfrenato, della consapevolezza di considerarsi come un “semplice filo d’erba” e per questo liberi: un superamento dell’ossessione verso se stessi, per entrare in empatia con l’altro e guardarsi dentro senza pretese e pregiudizi.
“Strappare lungo i bordi” è il sinonimo di come ognuno di noi è portato dalla società contemporanea a disegnarsi aprioristicamente una forma definita, salvo poi doverla “scontornare”, deviando inevitabilmente il percorso.
Scardinare il meccanismo a cui pensiamo di essere destinati, dato di fatto che ci rivela esposti all’imprevedibilità dell’esistenza e consapevoli della nostra – difettosa e meravigliosa – unicità, è quindi la vita, che “fa paura, ma è anche bella”.
Nonostante la tragica bellezza della vita e malgrado – persino – la morte, Zerocalcare ci ricorda che “Panta Rei”, l’esistenza scorre e noi con lei. Una consapevolezza che rimbomba e che si riassume nella disarmante leggerezza di Secco: “S’annamo a pijà er gelato?”.
Ecco le citazioni che esprimono al meglio l’anima della serie:
E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere. Perché c’avevamo diciassette anni e tutto il tempo del mondo. (Zerocalcare)
Sei cintura nera de come se schiva la vita (Armadillo)
Ma non ti rendi conto di quant’è bello? Che non ti porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero? (Sara)
Ho pensato che c’era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell’essere un filo d’erba. Che non faceva la differenza per nessuno. E non c’aveva la responsabilità per tutti i mali del mondo. (Zerocalcare)
Bambino: “Alice, ma la cicatrice poi passa?
Alice: “La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via (…)”
Bambino: “Ma perché non passa?”
Alice: “Perché è una cicatrice. Se andava via con l’acqua era un trasferello. È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella, è la vita”.
Armadillo: “Dai su, se su ottomila film non te ne va bene manco uno, forse sei te che non vai bene”.
Zerocalcare: “E me so’ interrogato e ho convenuto che è vero, che so’ io quello difettoso e che non posso trova’ fuori quello che me manca dentro. Però volevo guarda’ ‘na serie, non fa psicoterapia”.
Erano passati solo tre secondi da quando c’eravamo salutati… E io ero già innamorato. (Zerocalcare)
E semo pure stupidi. Perché se impuntamo a fa’ il confronto co le vite degli altri. Che a noi ce sembrano tutte perfettamente ritagliate, impalate, ordinate. E magari so così perfette solo perché noi le vediamo da lontano. (Zerocalcare)
È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella. È la vita. (Zerocalcare)
Invece sotto l’occhi c’abbiamo solo ‘ste cartacce senza senso, che so’ proprio distanti dalla forma che avevamo pensato. Io non lo so se questa è ancora ‘na battaglia oppure se ormai è annata così, che avemo scoperto che se campa pure co ste forme frastagliate, accettando che non ce faranno mai giocà nella squadra di quelli ordinati e pacificati. Però se potemo comunque strigne intorno al fuoco e ricordasse che tutti i pezzi de carta so boni per scaldasse. E certe volte quel fuoco te basta, e altre volte no. (Zerocalcare)
Le persone so complesse: hanno lati che non conosci, hanno comportamenti mossi da ragioni intime e insondabili dall’esterno. Noi vediamo solo un pezzetto piccolissimo di quello che c’hanno dentro e fuori. E da soli non spostiamo quasi niente. Siamo fili d’erba, ti ricordi? (Sara)
Per me non è importante che tu ci sia sempre, ma devo sapere che quando tu sei con me, ci sei davvero, lo capisci? (Alice)
Tanto se una cosa deve succede, succede. Tutta ‘sta fretta di fa succede le cose ce l’ha messa il capitalismo. (Armadillo)
S’annamo a pijà er gelato? (Secco)
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