Era il primo ottobre 1976 quando il canale giapponese Asahi Tv mandò in onda il primo episodio di Candy Candy
Era il primo ottobre 1976 quando il canale giapponese Asahi Tv mandò in onda il primo episodio di Candy Candy, cartone che poi 4 anni dopo è arrivato anche in Italia, diventando uno dei più amati e seguiti da un’intera generazione di bambini e adolescenti.
Per gli amanti di Candy e degli indimenticabili e bellissimi Anthony e soprattutto Terence (che ha fatto innamorare praticamente tutte le ragazzine dell’epoca), oggi è un giorno da celebrare. Sono passati infatti ben 45 anni dalla prima apparizione del cartone tanto amato negli anni ’80 che ha esordito proprio il primo ottobre quando, in Giappone, è andato in onda il primo dei 115 episodi di cui si compone.
I bambini italiani hanno dovuto però aspettare 4 anni prima di poter conoscere la storia dell’orfanella Candy che ha fatto piangere ed emozionare un’intera generazione. A realizzare Candy Candy è stato Kyoko Mizuki ma la storia, come spesso accade in Giappone, è tratta da un manga.
Visto il successo ottenuto dal fumetto, il popolarissimo studio Toei Animation decise di produrre un cartone animato che fu subito lanciato in Giappone e poi arrivò anche da noi, sia pur con un certo ritardo. La prima puntata in Italia è andata in onda il 2 marzo 1980 ottenendo un successo incredibile.
Candy ha saputo conquistare il giovane pubblico del nostro paese grazie alla sua storia spesso tragica e comunque sempre sentimentale. La protagonista è infatti una bambina senza genitori che cresce in un orfanotrofio e poi viene adottata dalla famiglia aristocratica dei Legan, in cui però si trova disagio. Da lì inizia la sua storia fatta di amori, il primo con Anthony (che però muore cadendo da cavallo) e poi con Terence, giovane anticonformista conosciuto a Londra.
Tante altre sono le peripezie e i drammi che deve superare Candy che, come tutti ricorderete, sceglie di diventare infermiera.
La sindrome della crocerossina
Ma Candy ha anche in un certo senso “rovinato” la generazione degli ’80. Perché? Proprio per il suo innato spirito da “crocerossina”, una sorta di bisogno innato di aiutare gli altri sempre e comunque, anche a scapito di se stessa.
Ci ha mostrato l’immagine di una donna protettiva che si dedica completamente a chi ama, spesso mettendo da parte le proprie esigenze e sacrificando tutto di fronte a uomini, come nel caso di Terence, decisamente ombrosi e problematici. Eh sì perché, ovviamente, la donna crocerossina non dedica le sue cure a chi sa apprezzarle ma a chi ne ha più bisogno e spesso sono proprio gli uomini più difficili.
C’è da dire che fortunatamente non tutte le bambine si sono lasciate influenzare da questo stereotipo!
C’è infine una cosa che forse non sapete… l’happy ending (anche se non proprio quello che tutti speravano) del cartone è una trovata solo italiana per accontentare i fan.
Nella storia originale, infatti, Terence rimane con la sua nuova fidanzata Susanna mentre nella versione arrivata in Italia, il ragazzo la lascia per tornare al suo vero e unico amore, ovviamente Candy. Il cambiamento è affidato solo al doppiaggio che stravolge il finale dell’edizione originale giapponese, lasciando intendere che Albert rimarrà per sempre un caro amico e che Terence lascerà Susanna per tornare da Candy.
Ma a noi, in fondo, piace così… romantica e sentimentale fino alla fine!
Se vi è venuta nostalgia dei tempi andati potete sempre riascoltare la sigla…
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