Cancel culture o politically correct? I libri di Roald Dahl riscritti per rimuovere il linguaggio ritenuto offensivo

Cancel culture? Può anche essere, anche se sembra più qualcosa che secondo alcuni avrebbe a che fare col “politicamente corretto” e, secondo altri, con puro e semplice marketing. Vero è che in passato ci sono state accuse di misoginia, razzismo e antisemitismo proprio contro Dahl, morto nel 1990. E nel 2020 la sua famiglia si scusò per le "osservazioni prevenute" dello scrittore. Noi rimaniamo dell'idea che leggere Roald Dahl ci piace un sacco

Già me lo immagino il Signor Sporcelli (The TwitsGli Sporcelli – con illustrazioni di Quentin Blake – Salani Ed.), con la sua barba incolta e sporca, additato come uno scarto della società e per questo non degno di essere nemmeno descritto, o la Signora Spezzindue (Matilde – con illustrazioni di Quentin Blake – Salani E.) il cui “viso, purtroppo, era tutt’altro che bello: mento ostinato, bocca crudele e piccoli occhi arroganti”, farsi da parte a cercare altre parole per descriversi.

Sono loro, due dei tantissimi personaggi usciti dalla meravigliosa penna di Roald Dahl, gigante della narrativa per ragazzi, che ora rischiano di essere stravolti con parole e descrizioni diverse. “Meno offensive”, dicono, perché così nessuno si possa sentire a disagio leggendo.

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È questa la decisione presa dalla casa editrice Puffin che, in accordo con la Roald Dahl Story Company, l’associazione degli eredi dell’autore, avrebbe stabilito di riscrivere molte parti dei suoi libri per “correggere” termini che potrebbero risultare offensivi per la sensibilità odierna.

E così sono state apportate modifiche alle descrizioni dell’aspetto fisico dei personaggi. La parola “grasso” è stata tagliata da ogni nuova edizione di libri, così come anche la parola “brutto”.

Augustus Gloop in Charlie e la fabbrica di cioccolato è ora descritto come “enorme”; in The Twits, la signora Sporcelli appunto, non è più “brutta e bestiale” ma solo “bestiale”; i piccoli Umpa-Lumpa, gli operai della della Fabbrica di cioccolato non saranno più “piccoli uomini” ma “piccole persone” (sono stati aggiunti termini neutri rispetto al genere).

Vogliamo assicurarci che le meravigliose storie e i personaggi di Roald Dahl continuino ad essere apprezzati da tutti i bambini di oggi. Quando si ripubblicano libri scritti anni fa, non è insolito rivedere il linguaggio utilizzato insieme all’aggiornamento di altri dettagli, tra cui la copertina e il layout. Il nostro principio guida è stato quello di mantenere le trame, i personaggi e l’irriverenza e lo spirito tagliente del testo originale. Eventuali modifiche apportate sono state piccole e attentamente considerate, dice un portavoce della Roald Dahl Story Company.

Una operazione pensata e studiata

Per portare avanti questa operazione di restyling la Puffin si è affidata alla Inclusive Minds, una società di cosiddetti sensitivity readers, figure professionali che hanno il compito di operare modifiche alle opere letterarie laddove necessario in modo da portare avanti “inclusione e accessibilità nella letteratura per l’infanzia“.

Oltre ai singoli termini, che spesso venivano adottati come stereotipi dall’autore per descrivere i personaggi negativi, i sensitivity readers ha anche modificato tutte le espressioni e gli episodi considerati poco al passo con la sensibilità odierna. Grosse revisioni riguardano anche i termini “mad” e “crazy” (“matto, pazzo”) e tutti gli stereotipi di genere nel descrivere personalità, caratteri e professioni delle protagoniste femminili delle opere di Dahl.

Bene ma non benissimo insomma, perché la domanda successiva sarebbe: perché non lasciar stare i grandi classici (GGG, Le Streghe, Il grande ascensore di cristallo…), fare poco se non nullo revisionismo e affidare agli adulti il passaggio successivo, quello cioè di discernere parole e concetti e trasferire il tutto ai ragazzi?

Vero è che le modifiche apportate dalla Roald Dahl Story Company sono state contestate e criticate da moltissimi scrittori e lettori, secondo i quali si tratta di un vero e proprio tradimento alle opere di uno degli scrittori per ragazzi più apprezzati al mondo.

Suzanne Nossel, Ceo di Pen America, che mette insieme più di 7mila scrittori che sostengono la libertà di espressione, ha twittato “allarmata” dai cambiamenti segnalati e perché “il potere di riscrivere i libri potrebbe essere abusato”.

Tra feroci battaglie contro i divieti sui libri e le restrizioni su ciò che può essere insegnato e letto, l’editing selettivo per rendere le opere letterarie conformi a particolari sensibilità potrebbe rappresentare una nuova pericolosa arma – scrive.

In passato, allo stesso Dahl fu chiesto di cambiare le prime versioni delle sue opere poiché alcuni riferimenti vennero considerati razzisti. Nella prima edizione di Charlie e la fabbrica di cioccolato, gli Umpa-Lumpa, erano infatti descritti come “pigmei neri” trovati da Willy Wonka che li aveva resi schiavi. Qualche anno dopo Dahl modificò il testo per dissociare gli Umpa-Lumpa dalle persone africane e oggi sono descritti come esseri di fantasia.

Cosa pensiamo? Se tentiamo di vanificare e correggere quelle che sono solo offese percepite invece di consentire ai lettori di conoscere i libri così come sono stati scritti, rischiamo di distorcere il lavoro dei grandi autori e offuscare la lente essenziale che la letteratura offre sulla società.

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Fonti: The Guardian / Variety

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