Boris Pasternak: frasi, storia e “curioso” omaggio di Google al grande scrittore russo dissidente

Oggi, a 131 anni dalla nascita dello scrittore russo Boris Pasternak , Google lo ricorda con uno dei suoi simpatici doodle.

Il suo nome è indubbiamente legato a quello del dottor Jurij Andreevic Zivago, la sua fama a quella di dissidente. Quel che è certo è che senza Boris Pasternak la letteratura russa avrebbe avuto un vuoto immenso e non a caso oggi, a 131 anni dalla sua nascita, Google lo ricorda con uno dei suoi simpatici doodle. Uno strano omaggio, considerando che questa non è una cifra pari, come invece di solito Google usa fare.

Nato a Mosca il 10 febbraio 1890, Pasternak morì di cancro, da solo e osteggiato da “madre Russia”, nel 1960. Una vita passata a scrivere liriche ermetiche e “cifrate” e poi il grande boom con quel capolavoro che fu Il dottor Živago.

Capolavoro che gli diede fama mondiale ma che, nel pieno dei conflitti tra Russia e Occidente, gli provocò un grande sconforto: in patria nessuno volle pubblicare il suo romanzo e il Nobel che gli offrirono l’anno dopo non riuscì mai a ritirarlo. La causa fu una lunga e dolorosa campagna di denigrazione nei suoi confronti.

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Per il mondo occidentale, Il dottor Živago era di fatto una testimonianza della realtà sovietica negli anni oscuri della rivoluzione. Scritto tra il 1945 e il 1955, e arrivato nel 1956 nelle mani del comunista italiano Sergio D’Angelo, il manoscritto fu portato clandestinamente e pubblicato per la prima volta in Italia l’anno dopo da Feltrinelli.

La denuncia da parte del leader sovietico Nikita Krusciov al XX Congresso del Pcus (1956), degli eccessi di Stalin (morto nel 1953) aveva alimentato speranze in Occidente. Ma la repressione dei moti d’Ungheria nello stesso anno aveva confermato che l’Unione Sovietica era refrattaria alla democrazia.

doodle pasternak

©Google

Il 23 ottobre1958 il blocco occidentale volle “provocare” l’Urss premiando con il Nobel per la letteratura proprio Pasternak, di cui in patria si chiedeva l’espulsione. Il suo Dottor Živago uscì in Russia solo nel 1988 e il Nobel fu ritirato dal figlio di Pasternak nel 1989, 29 anni dopo la morte dello scrittore.

Anche quando ad Hollywood uscì la pellicola da Oscar de Il dottor Zivago, con un giovanissimo Omar Sharif, era un momento particolarmente delicato per gli equilibri tra Urss e Occidente: dopo il breve governo del leader sovietico Krusciov, l’ascesa di Brežnev stava facendo ripiombare il mondo nel gelo della Guerra fredda. E, sembrava, il film era forse l’occasione buona per raccontare gli anni in cui l’Urss affondava le sue radici: la Prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica del 1917 e la guerra civile.

Le frasi di Boris Pasternak

pasternak

©ANSA-DPA

Siamo tutti prigionieri del tempo, ostaggi dell’eternità

Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita

Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci

La politica non mi dice niente. Non amo le persone che sono insensibili alla verità

L’arte serve sempre la bellezza, e la bellezza è la felicità di possedere una forma, e la forma è la chiave organica dell’esistenza, tutto ciò che vive deve avere una forma per esistere, e, quindi, l’arte, anche quella tragica, racconta la felicità dell’esistenza

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