Ci sono piccole e graziose cucine, bagni e soggiorni dotati di ogni confort, la curiosità è che non parliamo di comuni appartamenti, ma degli interni di alcuni tombini di aree dismesse tra Milano e Lodi.
Ci sono piccole e graziose cucine, bagni e soggiorni dotati di ogni confort, la curiosità è che non parliamo di comuni appartamenti, ma degli interni di alcuni tombini di aree dismesse tra Milano e Lodi.
Il progetto è Borderlife e l’ideatore è lo street artist Biancoshock che adotta la filosofia che “Se alcune criticità non si possono evitare tanto vale renderle confortevoli”, così i tombini diventano case per i senzatetto.
La provocazione lanciata dallo street artist invita a riflettere su temi di stretta attualità, sul suo sito Biancoshock spiega che il progetto si è ispirato alla vita che conducono i senzatetto, ovvero le oltre seicento persone che vivono sottoterra a Bucarest nell’indifferenza di molti.
Il titolo del progetto nasce dalla fusione tra “border” e “life”, ovvero vita al limite proprio per indicare la condizione che vivono questi invisibili della società. Sono gli ultimi, i dimenticati, sono tutti coloro che passano inosservati, per loro è come essere sempre in un tombino.
A Milano ovviamente la situazione non è estrema come quella di Bucarest, ma i tombini arredati a mini appartamenti con piastrelle, quadri e utensili vogliono essere comunque un segnale forte.
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