Finalmente è tornato a casa, in Molise. La ricostruzione del celebre bambino di Isernia ieri ha fatto ritorno al Museo Nazionale del Paleolitico della città. Arrivato dalla Francia, la scultura antropologica riproduce un bambino di circa 5 anni vissuto a Isernia circa 600.000 anni fa. A realizzarlo è stata la paleo-artista francese di fama internazionale, Élisabeth Daynès, che ci occupa della ricostruzione degli ominidi.
La scoperta di questo piccolo ominide si deve al team di archeologi guidato dal professor Carlo Peretto dell’Università di Ferrara, che ne ha individuato i resti nel complesso archeologico de La Pineta e ha raccolto dati utili per la ricostruzione scientifica in 3D.
“Tutto è nato dal ritrovamento di un dente da latte, un incisivo superiore di otto millimetri circa, riconducibile a un bambino di cinque anni vissuto oltre 600mila anni fa e appartenente alla specie dell’homo heidelbergensis, europeo precedente l’uomo di neanderthal. Il procedimento che ne è seguito, si è basato quindi su calcoli precisi di ordine morfologico, metrico e statistico, eseguiti sui crani ritrovati sia di bambini che di adulti risalenti ai neanderthal e all’uomo moderno. Con proiezioni morfologiche accurate, siamo riusciti a realizzare una buona approssimazione di quello che era il proprietario del dente ritrovato, tale da poterne realizzare una ricostruzione e stampa tridimensionale” spiega il professor Peretto.
E’ toccato poi a Elisabeth Dayne’s, paleo-artista francese che ha già riprodotto il busto di Tutankhamon, l’australopiteco Lucy e l’hobbit Flores, dare un volto al piccolo. Sulla base della progettazione del corpo del bambino, ricorrendo a materiali specifici e malleabili Dayne’s ha realizzato un modello realistico e unico.
Il suo arrivo al museo ‘la Pineta’ di Isernia doveva avvenire i primi di marzo ma la pandemia ha rallentato i tempi.
L’allestimento è stato arricchito anche dalla ricostruzione a grandezza naturale del megacero, un cervo grande tre volte quello moderno, il rinoceronte, il bisonte e l’orso.
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“Il bambino verrà esposto in un ambiente realistico che riproporrà fedelmente l’habitat in cui 600mila anni fa l’homo heidelbergensis viveva, accompagnato da una bacheca interattiva con tutte le informazioni relative al bambino. Ad esempio? Che al contrario del nomadismo a cui pensiamo spesso parlando dei nostri antenati, gli studi sul dente ci ha permesso di capire le abitudini anche alimentari di questa specie, risultato ben più sedentaria di quanto crediamo” spiega Peretto.
Entro l’anno, partendo dai ritrovamenti archeologici nel sito molisano, altre specie animale verranno ricostruite in 3D grazie alla collaborazione fra l’Università di Ferrara e il Polo Museale del Molise.
Bentornato a casa! Il Molise esiste (ed esisteva già migliaia e migliaia di anni fa)!
Fonti di riferimento: Università di Ferrara, Isernia Informa
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