L’Atelier des Lumières è il primo Centro di Arti Digitali di Parigi. In corso una mostra "immersiva" di Klimt.
Arte immersiva a Parigi: nell’11° arrondissement, in rue Saint-Maur, nella parte orientale della città, è stato inaugurato il primo Centro di Arti Digitali francese. Il suo nome è Atelier des Lumières e, nato in un’antica fonderia del 19° secolo, promette esperienze sensoriali uniche con 120 videoproiettori e immagini lanciate su pareti alte più di 10 metri.
Così, in questa parte di città compresa tra Place de la Bastille, il cimitero di Père-Lachaise e Place de la Nation, l’Atelier des Lumières ha dato avvio alle sue originali esposizioni monumentali, anche grazie a Culturespaces, una fondazione museale francese specializzata proprio in esposizioni artistiche immersive.
Un buon tentativo, questo, di rendere l’arte raffinata più accessibile e attirare un pubblico più giovane.
L’Atelier des Lumières accoglie i visitatori in due spazi diversi: La Halle, di 1500 metri quadri, e Le Studio, più piccolo. Nel primo, sono proiettate di continuo un ciclo di esposizioni digitali con un programma lungo, dedicato ai grandi pittori della storia; Le Studio, invece, è dedicato agli artisti emergenti, tra intelligenza artificiale e installazioni digitali.
La mostra di apertura, tuttora in corso, è nella Halle ed è incentrata su Gustav Klimt e su un secolo di pittura viennese. Ci sono poi opere di Egon Schiele e Friedrich Stowasser, meglio noto come Hundertwasser.
Usando immagini e audio allo stato dell’arte, le opere degli artisti vengono praticamente trasformate mentre le immagini dei loro dipinti vengono proiettate (utilizzando 140 proiettori video laser) su pareti di 10 metri di altezza su una superficie di 3.300 metri quadrati. Queste immagini forniscono uno spettacolo coinvolgente e panoramico in tutto lo spazio, con una colonna sonora sulle note di Wagner, Chopin o Beethoven, utilizzando un innovativo sistema audio “motion design”, con 50 altoparlanti programmati per integrare l’esperienza visiva 3D.
Si entra attraverso una lastra di cemento in un muro e si cammina nella fonderia, con le sue alte torri di essiccazione, le pareti nude e il serbatoio dell’acqua illuminato: una tela ideale per quello che si rivela essere un display digitale ipnotico. Nell’oscurità, mentre l’ouverture di Tannhäuser di Wagner esplode nella stanza, vengono messe in movimento migliaia di immagini e, quando le vedute a 360 gradi delle opere d’arte si riflettono nella stanza, c’è un tripudio di suoni e colori, i dipinti prendono fuoco lentamente, i personaggi escono dalle loro cornici e le opere prendono vita, sulle pareti, sui pilastri cilindrici, sul soffitto e persino sul pavimento.
Fino al prossimo 11 novembre in scena le opere di grandi artisti della Secessione viennese del XIX secolo, a partire da Gustav Klimt e Egon Schiele (iI programma corto è invece dedicato a un artista viennese contemporaneo, Hundert Wasser).
L’esposizione presenta anche le opere di Egon Schiele et Friederich Hundertwasser, “discepoli” di Klimt.
Gli esperti giurano che sarà difficile non essere intimiditi dalle dimensioni e dalla profondità di questa mostra futuristica e dall’esperienza multisensoriale che offre.
I costi: adulti € 14,50, sotto i 25 € 9,50, famiglia € 42, sotto i 5 anni gratis. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18:00, venerdì e sabato fino alle 22.
La visita va prenotata online tramite il sito ufficiale.
Germana Carillo
Foto cover: E. Spiller