Una “amica” verrà sempre prima di un “amico” e se cerchi un gatto stai sicuro che troverai prima di tutto una gatta. Treccani cambia il modo di lemmatizzare i termini e dice addio al privilegio sinora riservato al genere maschile. Si adegua ai tempi e lo fa anche introducendo parole e definizioni oramai entrati nel linguaggio comune, come lockdown e reddito di cittadinanza
Per la prima volta non avrà un canale favorito il genere maschile ma si seguirà semplicemente l’ordine alfabetico per nomi e aggettivi, dando quindi prima spazio al genere femminile. Se si cercherà la definizione di soldato, quindi, si troverà prima la parola soldata, poi declinata al maschile. Va da sé che direttore verrà prima di direttrice e che lettore sarà prima di lettrice.
Una autentica rivoluzione che porta la firma di Treccani, lungimirante nell’abbandonare definizioni che oramai i più considerano arcaiche e foriere di stereotipi e pregiudizi: se un chirurgo è donna, sarà una chirurga!
L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, quindi, dichiara il suo intento di entrare nella “cronaca” di una lingua in costante evoluzione e chi meglio potrebbe farsi promotore di inclusività e parità di genere? Per abolire gli stereotipi di genere, come la donna che fa i lavori di casa e l’uomo che va in ufficio, per esempio, il dizionario indicherà anche nuovi esempi di utilizzo delle parole e metterà in evidenza il carattere offensivo di modi di dire lesivi della dignità.
Arriva il nostro nuovo "Dizionario dell'italiano", il primo che non privilegia un genere nel presentare gli aggettivi e…
Posted by Treccani on Monday, September 12, 2022
Al tempo stesso, poi, Trecccani riconosce tra i neologismi termini come distanziamento sociale, lockdown, smart-working, dad, infodemia, lavoro agile, reddito di cittadinanza, rider, termoscanner, terrapiattismo e transfobia.
Un’altra cosa a cui è stata data molta attenzione è la sostituzione della parola “uomini” nei casi in cui viene usata per indicare gli esseri umani in generale, quindi anche le donne: in questi casi si dà preferenza a “essere umano” o “persona” (“bontà” prima era “qualità dell’uomo” ora sarà “qualità della persona”).
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Fonte: Treccani
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