Chi era Antonio Maglio: la storia vera del medico che inventò i Giochi paralimpici, protagonista della fiction di Rai 1

Concepiva lo sport come una terapia, così Antonio Maglio è rimasto nella storia per aver rivoluzionato il concetto di disabilità. Stasera, in prima serata su Rai Uno, Flavio Insinna lo impersonerà nella fiction “A Muso duro”

È una lesione del midollo, questi non cammineranno mai più. Che facciamo, li lasciamo a letto per sempre?”. Riecheggiano ancora le parole di Antonio Maglio, medico e persona lungimirante. Il suo pallino erano le terapie di riabilitazione dei disabili, unico valido appiglio per migliorare l’aspettativa di vita e il reinserimento in una società che li aveva lasciati sul ciglio.

A lui la Rai dedica una fiction, “A Muso duro”, stasera lunedì 16 maggio in prima serata sul primo canale. A dare il volto al medico è Flavio Insinna, con la regia di Marco Pontecorvo.

Ma chi era Antonio Maglio e perché è bene ricordarlo?

Le origini del pensiero di Maglio

A Maglio sono legate le prime Paralimpiadi della storia, a Roma, nel 1960. Ma come arrivò sin qui?

Tutto nasce da un altro grande visionario, il neurologo tedesco Ludwig Guttmann che, sul finire della seconda guerra mondiale, scappa dalla Polonia per sfuggire e arriva in Inghilterra, dove diventa direttore di un piccolo ospedale a Stoke Mandeville, vicino a Londra, Centro Nazionale di ricerca sulle lesioni del midollo spinale. Lì è pieno zeppo di soldati, quasi tutti piloti della Raf, oramai invalidi destinati a non rialzarsi più. È allora che Guttmann capisce che lo sport non può che essere l’unica soluzione per dare un futuro a quei giovani, una sorta di terapia per tenere in forma il loro fisico e tenere alti i loro umori.

Comincia a lavorare con la palla medica, poi freccette e tiro con l’arco, polo e basket in carrozzina e quando nel ’48 a Londra ci sono i primi Giochi olimpici del dopoguerra, Guttmann inaugura i primi Stoke Mandeville Games, con 16 partecipanti, 14 uomini e due donne, partecipanti al tiro con l’arco. Quei giochi diventeranno sempre più importanti e nel 1952 gli SMG cominciano ad avere respiro internazionale con la partecipazione di una squadra di veterani di guerra olandesi.

Lo sport come terapia

Meraviglioso, tanto che quella realtà comincia a fare il giro del mondo e arriva a Roma, dove Antonio Maglio, neurologo e dirigente dell’Inail, è già pronto ad accendere una nuova miccia. Invitato un giorno a visitare un centro in cui sono ospitati i medullolesi, ha la sua folgorazione: e se ripetessimo qui i Stoke Mandeville Games? Coinvolge allora l’ente per cui lavora e il 1° giugno 1957 a Ostia nasce il Centro Paraplegici, chiamato “Villa Marina”, con 38 pazienti e 100 posti letto. Un centro che diventerà poi una eccellenza in Italia per la capacità di recupero fisico e psichico dei pazienti.

Quelle cose prima inavvicinabili diventano possibili. Lo sport diventa possibile, dal nuoto al tennis al giavellotto alla scherma, tutto si colora di nuove opportunità. Quei ragazzi possono e sono felici.

Ma come non perdere l’occasione delle Olimpiadi a Roma? Maglio contatta Guttmann, per condividere con lui la sua idea far coincidere i due eventi – quello per normodotati e quello per disabili: le prime Paralimpiadi, che però ancora non hanno quel nome, si svolgono a Roma dal 18 al 25 settembre 1960 negli impianti dell’Acqua Acetosa, due settimane dopo la chiusura delle Olimpiadi.

A sfidarsi sono 400 atleti provenienti da 21 Paesi. L’Italia partecipa con una squadra composta dai pazienti del Centro Paraplegici di Ostia e conquista ben 80 medaglie.

Da allora il sogno non s’è fermato più, grazie al Dottor Maglio.

A Muso duro – Campioni di vita” quando va in onda

Con la regia di Marco Pontecorvo, la fiction andrà in onda lunedì 16 maggio su Rai 1 (canale 1 HD 501) alle ore 21:25.

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Fonti: Comitato Italiano Paralimpico / RAI

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