La nuova puntata del format green di Matteo Viviani va da Giorgio Graesan & Friends, in Lombardia, un’azienda di vernici decorative che ha fatto del benessere delle persone il suo punto di forza
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Amici. Dipendenti, fornitori, clienti: sono tutti amici, per “causare” (proprio così) serenità e ottimismo in tutti gli ambienti e tra le persone. È questo il fil rouge della storia di Giorgio Graesan e della sua azienda di pitture decorative, che Matteo Viviani è andato a conoscere nel suo nuovo viaggio insieme con GreenMe nel format video “Andiamo a vedere se è vero”.
Più di quarant’anni passati a guardare oltre il semplice profitto destinato a pochi, raggiungendo le viscere della felicità e sposando un concetto: è possibile, è utile, è vitale, essere contenti sul proprio posto di lavoro. Basta essere lungimiranti.
Da qui viene tutto il resto, come in un circolo prezioso di buone pratiche in cui un lavoro appagante in un luogo sereno generano ricchezza nelle relazioni e, certo, anche profitti aziendali. La mancanza di anche uno solo di questi elementi non è redditizia e ha vantaggi (forse) soltanto nel brevissimo termine.
Così la ricerca di profitto trascura il fare comunità, esordisce quel Giorgio Graesan che ha fatto della sua azienda, la Giorgio Graesan & Friends, nel milanese, la sua casa e quella dei suoi amici, appunto.
Un’azienda fatta di persone, prima che di dipendenti, e in cui il benessere di ciascuno a 360° è messo al centro di ogni decisione.
Il benessere dei lavoratori
Oltre 30 anni fa la Giorgio Graesan & Friends era già stata fondata su questi ideali, “perché nel DNA dell’azienda c’è il concetto di causare benessere”. E Matteo Viviani lo va a vedere coi propri occhi.
In giro per l’azienda scopre uffici che non sembrano uffici, ambienti in cui si unisce il bello e il sofisticato, con piante e opere d’arte, al comodo e al confortevole, dove ciascuno lavora “felice e rilassato”, dicono le dipendenti.
Riuscire a creare un ambiente che vada oltre la sostenibilità ambientale in senso stretto, quindi, e con questo obiettivo, un anno dopo l’altro Giorgio Graesan ha creato un’azienda produttiva ai massimi livelli:
Quest’azienda è redditizia, questo concetto di friendship alla fine produce reddito. Lo scopo aziendale è quello di vivere bene. Come conseguenza del vivere bene poi arrivano anche i soldi.
E lo dice anche la scienza.
Trasformare le emozioni in colori
I colori delle pitture della Giorgio Graesan & Friends sono frutto di un’accurata ricerca che lo stesso Giorgio ha fatto in giro per il mondo, dal blu del Mediterraneo alle foglie d’autunno di New York ai colori caldi del Marocco.
Ma a un certo punto l’azienda ha deciso di andare oltre, di dirigersi verso quel concetto che probabilmente è alla base della sua stessa filosofia: dare un colore all’anima, dipingere emozioni, trasformare umori in sfumature.
Dall’Islanda all’Australia, tutti i colori della Graesan & Friends sono dunque nati da quello che è stato il naturale passaggio di colori e di emozioni insieme, creando uno stucco unico nel suo genere.
Sensibilità ambientale
Solo acqua, aria e resina, senza solventi: è stato il 1987 l’anno della prima svolta, quello del lancio sul mercato di AQUARIA, “Il Rivestimento Murale In Barattolo”. In realtà, si tratta della prima vera rivoluzione di marketing: la parete di casa decorata con una pittura.
Nel 1990 è la volta poi di uno stucco minerale, di marmi, calcio e con un percentuale di resina bassissima, fino ad arrivare a un prodotto completamente naturale: marmo liquido lavorato e dipinto dai maestri pittori.
Quanto al magazzino, è tutto sviluppato al piano terra: “è più costoso, ma i miei dipendenti lavorano in modo umano”, spiega Graesan.
E con i secchi della pittura? Il problema è grosso, sia se si decide di gettarli, costituendo così rifiuti speciali, sia se invece si decide di lavarli e riutilizzarli (in quel caso il problema è il residuo di vernice che finisce nelle tubature). È a questo punto che Giorgio ha inventato un metodo: un involucro da inserire nel secchio stesso e da togliere nel momento in cui la pittura finisce. In quel caso, da gettare sarà solo l’involucro.
Un’idea innovativa che non ha dato i risultati sperati, ma che in ogni caso segna il passo fondamentale che ciascuno di noi deve fare: tentare almeno di cambiare la rotta e scegliere sempre e in ogni momento la strada più sostenibile per l’ambiente.
L’uomo deve solo usare il buon senso per fare dei prodotti che siano sostenibili. Dovrebbe essere normale per un imprenditore fare il meglio per dare un futuro ai nostri figli, conclude Giorgio Graesan.