Tatanatura: l’azienda di prodotti per l’infanzia e cosmetici bio che puoi anche… bere!

Stravolge la vita l’arrivo di un figlio, stravolge le prospettive, le necessità, i punti di vista. Non ci si accontenta più di quello che è stato fino a quel momento: ora ci sei tu, insieme con quel piccolo essere da proteggere e far crescere nel migliore dei modi.

È stato più o meno questo il pensiero di Serena, toscana ma marchigiana d’adozione, che 13 anni fa – con la nascita di Mirko – ha cominciato a guardarsi attorno: cosa devo dare a mio figlio che non crei dei danni? Dai vestiti al cibo ai giochi, le scelte, con l’arrivo di un bebè, si devono fare necessariamente più ponderate, per la sua salute e non solo: vogliamo provare a lasciargli un Pianeta migliore?

Tutto è iniziato da lui, racconta Serena, che ha scambiato due chiacchiere con Matteo Viviani per l’ultima puntata di “Andiamo a vedere se è vero”, il format lanciato con noi di GreenMe per smascherare il greenwashing e scovare le aziende davvero sostenibili.

Da lui, da Mirko, da quel figlio che ha il diritto – come ciascun altro bambino – di ricevere ogni cosa buona, ogni cosa che abbia la natura dentro, la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente, è partito tutto. Dalla sua nascita, Serena si è messa alla ricerca non facile di prodotti sicuri e non tossici, fin quando non è arrivata a un punto: ha individuato alcune delle pochissime aziende al mondo che producono solo prodotti per bambini realmente naturali e ha messo in piedi l’avventura di Tatanatura, l’azienda che è diventata importatrice ufficiale di tantissimi prodotti green.

Siamo a Saltara, in provincia di Pesaro Urbino: qui ha preso vita Tatanatura, un mondo meraviglioso che va dai biberon in acciaio inox antibatterico e in silicone medicale ai pannolini lavabili a una linea di detergenti ad hoc. Si tratta di Cosm-Etica e di Cultura Natura due linee di prodotti che loro definiscono “sinceri”, perché attenti alla salute e all’ambiente.

Devi andare alla ricerca di materie prime che siano di origine naturale, che non siano usati pesticidi o che non siano stati alterati. Il nostro concetto, per esempio, è sempre stato quello di andare a prendere le materie prime più vicine a noi, come l’olio d’oliva marchigiano.

Importanti anche le certificazioni: una è Suolo e Salute e l’altra è Vegan OK.

Andiamo a vedere se è vero, conosciamo l’INCI?

Matteo Viviani si è fatto un giro nel “cuore pulsante” della produzione di Cosm-Etica e di Cultura Natura, e ha incontrato Luciano, il chimico dell’azienda, che va dritto al punto: l’unica cosa che ci fa essere certi che un prodotto sia biologico è guardare l’elenco degli ingredienti, che sono obbligatoriamente esposti sulla confezione.

Viviani prende con Luciano tre prodotti (uno shampoo baby, una crema idratante e un dopobarba) con sopra scritto la dicitura Bio: tutti, alla sola lettura dell’INCI, risultano ricche di sostanze chimiche o derivate dal petrolio.

Insomma, come possiamo comprendere se il prodotto cosmetico che stiamo per acquistare ha una composizione rispettosa dell’ambiente e della nostra pelle? La risposta consiste proprio nell’imparare a leggere e decifrare l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), la nomenclatura utilizzata a livello internazionale per identificare gli ingredienti presenti in un prodotto cosmetico così come vengono indicati nell’elenco riportato sull’etichetta che ne illustra la composizione. La prima regola da conoscere è relativa all‘ordine in cui gli ingredienti sono presentati: tutti sono indicati uno dopo l’altro a partire dalla sostanza presente in quantità maggiore nel prodotto. Seguono tutti gli altri ingredienti, che vengono presentati in ordine decrescente. In più, quando le sostanze sono elencate in etichetta mantenendo il loro nome latino, significa che esse sono state inserite nella formulazione del prodotto tali e quali, senza subire modificazioni chimiche.

Normalmente, i primi tre ingredienti sono i più importanti, spiega Serena.

È il caso ad esempio degli oli vegetali utilizzati puri, che vediamo indicati in etichetta con il loro nome latino e di tutti gli altri ingredienti naturali che sono stati impiegati per la produzione del cosmetico. I nomi latini si riferiscono ad ingredienti botanici o presenti nella farmacopea. Ad esempio, l’olio di mandorle dolci viene indicato come “prunus amygdalus dulcis oil”.

E se questi prodotti… li bevessimo?

È il caso anche della camomilla o di altri estratti:

Mentre l’industria estrae solo una parte della camomilla, producendo scarti, noi con la cosiddetta cosmetica integrale estraiamo il 100% delle sostanze positive della camomilla, per esempio, chiarisce Luciano, ed è così che è nata la linea Cultura Natura.

Tutto arriva in delle scatole di cartone nelle quali c’è solo il principio attivo delle piante che loro usano per i cosmetici. E non solo camomilla, ma anche uva o estratto d’oliva. Per vedere se è tutto vero, Viviani non solo annusa il prodotto a base di estratto di uva lo beve anche:

È tipo uva aspra concentrata, non sento benzina e non sento gasolio.

È tutto esclusivamente al naturale!

Conclusione? Tatanatura, Cosm-Etica e Cultura Natura sono tre marchi fortemente ecosostenibili e non si fermano qui: Serena annuncia la prossima apertura dei TataStore, realizzati interamente in cartone all’interno.

Andremo a vedere se è vero?

La tua azienda ha una storia green da raccontare? Scrivi a vivigreen@greenme.it

Guarda anche gli altri episodi di Andiamo a vedere se è vero

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